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05 Ago
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Non è roba da bambini–filosofia e dignità del colore

Non è roba da bambini–filosofia e dignità del colore © itomeg

Può un opera filosofica complessa star dentro qualche disegno schizzato in fretta e venduto per pochi euro?
Bisognerebbe chiederlo ai milioni di giapponesi che ogni giorno acquistano e divorano fumetti. La risposta – lo si può immaginare facilmente – sarebbe un sì entusiastico. Nel Paese del Sol Levante i fumetti si chiamano Manga e si leggono al contrario – si comincia dall’ultima pagina e prosegue da destra verso sinistra –, e sono un’arte tutt’altro che minore.

Chi stampa libri con immagini e nuvolette, infatti, s’inserisce in una pratica quotidiana e consolidata, così come diventare mangaka, cioè autore di fumetti, è il sogno di molti giovani disegnatori e scrittori emergenti.
Ma la storia non finisce sulla carta. Gli adattamenti cinematografici non si contano, e i film d’animazione non vengono certo proiettati solo alle sei di pomeriggio. Rispetto ai cartoon classici c’è una carica di violenza che aumenta in maniera esponenziale, e non mancano neppure contenuti espliciti. Non è roba da bambini. E dentro i personaggi disegnati si trovano visioni del mondo complesse, cinismo, universi apocalittici, così come storie meravigliose e fantastiche.
Qui da noi il fumetto non gode dello stesso status artistico. Nonostante le innumerevoli scuole di disegno e gli eventi culturali dedicate alle edizioni di ogni epoca, permane un certo pregiudizio, una certa diffidenza. Un atteggiamento di sufficienza che troppo spesso considera queste opere espressione di un’arte di serie B.
Pubblicare fumetti in Italia non è mestiere facile. Ma l’impegno di editori corag-giosi, nuovi scrittori e disegnatori, meriterebbe di essere giudicato senza il filtro di vecchi preconcetti.

 

 

Lunedì, 05 Agosto 2013 | di @BookSprint Edizioni

2 COMMENTI

  • Link al commento Spezzano Mario inviato da Spezzano Mario

    Mi chiamo Spezzano sono e mi ritengo un calabro autentico, nato troppi anni fa a Rose CS , fin da giovinetto emigrato al nord, ero dedito al disegno e alla pittura, e scultura ho frequentato Brera, e circa sette anni fa, mi venne il pallino di scrivere un libro su dei biglietti prova dei tram, dato che facevo l'autista di mezzi pubblici.
    Oggi ho abbandonato l'arte figurativa dedicandomi completamente alla scrittura, direi con molta diffioltà dato la mia scarsa preparazione didattica, ma una cosa credo di saper fare, il comunicare con gli altri con qualunque tipo di linguaggio appropriato e non, spesso mi perdo ancora con avrei anzichè avessi, alcuni me lo fanno presente ma non mi entra in testa,"che ci posso fare" a volte credo sia molto più importante l'espressione del linguaggio che la forma dello stesso, da allora di romanzi ne ho scritti sei, ma penso siano adatti ad un pobblico poco istruito come me, alla prossima e grazie.

    Venerdì, 09 Agosto 2013 20:53
  • Link al commento Chiara inviato da Chiara

    Qui in occidente i manga vengono considerati automaticamente per bambini per il semplice fatto che sono disegnati. Questo ha spinto e spinge ad importare gli anime (i cartoni basati sui manga specificamente giapponesi) e a trasformarli in prodotti per bambini, quando magari in Giappone sia nell'anime sia nel manga sono dichiaratamente indirizzati a un pubblico più grande, provocando di conseguenza tanti problemi; è chiaro che un qualcosa pensato per ragazzini dai dodici o quattordici anni in su presenterà tematiche non adatte a bambini ben più piccoli, perciò nel tentativo assurdo di "adattarli" si effettuano tagli e censure che, se non li rovinano completamente (provocando l'ira degli autori, nonché MIA: vedi Sailor Moon), li privano del significato originario.
    Ci sono tantissimi manga e anime che raccontano storie che sono tutto fuorché infantili, che fanno riflettere, che insegnano qualcosa a livello sia psicologico sia nozionistico (la storia della Rivoluzione Francese l'ho imparata prima con Oscar che a scuola...).
    Ma fuori dal Giappone è difficile cogliere questi aspetti. Sono disegnati anziché scritti? Allora sono per bambini, considerati alla stregua dei Teletubbies.
    Arriverà il giorno in cui potremo affermare pubblicamente di leggere manga senza essere guardati come bambinoni troppo cresciuti?

    Lunedì, 05 Agosto 2013 16:51

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