Un viaggio da compiere attraverso le parole, i ragionamenti e i consigli che Carmelo D’Angelo dispensa ai suoi lettori parlando loro con un linguaggio fluido e scorrevole. Questo è il suo libro “Adam Kadmon- Dialoghi con un mistico del XXI secolo”, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che nella moderna versione dell’e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sebbene il mio nome lascia trapelare le mie origini sicule (da parte di padre) sono nato e cresciuto a Roma.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ci sono dei libri che sono sempre attuali e non perdono il loro fascino col passare del tempo. Uno di questi è “Il Gabbiano Jonatan Livingston”.
Torna in libreria Scott Mac Marmott questa volta con un romanzo di spionaggio dalla trama intricata che, fino all’ultima pagina, tiene con il fiato sospeso. “Le Parrot noir” è un libro edito dalla casa editrice BookSprint Edizioni ed è disponibile sia nella classica versione cartacea che nella moderna versione del libro elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho cominciato a scrivere perché mi divertivo, e più passa il tempo più mi diverto a scrivere.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro prende spunto da un fatto realmente accaduto, per anni coperto dal segreto militare, ma oggi raccontato anche su Internet. Nel 1970 un sommergibile francese scomparve misteriosamente nel Golfo del Leone, ed io partecipai alle ricerche come ufficiale di rotta della nave Gabbiano. La storia raccontata nel libro è comunque tutta fantasia.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato sull'Isola di Ponza, uno scoglio meraviglioso incastonato nel Tirreno. Solo chi conosce quest'isola è in grado di descrivere i colori del tramonto, dell'alba, del mare di smeraldo e l'ululato della tempesta. Praticamente scrittore lo sono sempre stato. Dalle elementari fino ad oggi ho scritto sempre: è nel mio DNA. La passione è nata, tuttavia, solo in età matura, quando ho toccato con mano che ciò che avevo in mente poteva concretizzarsi in qualcosa di solido, di patinato, che poteva portare agli altri, vestito come si deve, le mie storie fantastiche.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non ho deciso di diventare scrittore, ma di scrivere un'autobiografia collegata essenzialmente allo sport che avevo praticato per quasi trent'anni a livello non professionale, ma come " gentleman ", così come allora venivano definiti i piloti che svolgevano attività agonistica nell'automobilismo. All'epoca gli sponsor non esistevano, ma esisteva il mecenatismo sportivo, cioè quello fatto di persone entusiaste dello sport, dotate di notevoli mezzi finanziari che mettevano a disposizione delle scuderie cui appartenevano o che avevano collaborato a fondare, per favorire appunto la pratica di uno sport costoso a coloro che non ne avevano i mezzi, come il sottoscritto.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi ha dato emozioni, ogni volta che riuscivo a inquadrare un ricordo del passato, recente e/o remoto scrivevo. D'altro canto il testo non racconta un'ipotesi di vita vera o inventata, raccoglie semplicemente tutti gli episodi di vita che annotavo su un block-notes..
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutta la mia vita. Anzi tutta la vita della mia famiglia.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo per raccontare me stesso. È un interpretare e sistemare la trama del mio vissuto. Mi serve per portare a sintesi il senso della mia vita, delle esperienze pubbliche e private che ho attraversato. Anche in “Novecento” le esperienze politiche sono filtrate dalla mia memoria e dal mio impegno di ricercatore curioso di documenti.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Bologna il 15 maggio del 1941 pochi mesi che l'Italia entrasse in guerra. Pur essendo la mia famiglia di Roma io sono nato in quella città in quanto a mio padre era stata assegnata la Cattedra universitaria in Ingegneria industriale. Ma dopo pochi mesi mia madre con gli altri quattro figli preferì tornare a Roma anche perchè il clima invernale era troppo rigido per lei.Come i miei tre fratelli maggiori ho frequentato il ginnasio ed il liceo classico all'istituto S.Gabriele di Viale Parioli dove ho potuto anche praticare vari sport. La mia famiglia proveniva dalla Provincia di Salerno ed in particolare da Cava de' Tirreni ove i miei nonni possedevano una vecchia casa di famiglia dove una volta tornati a Roma trascorrevamo le vacanze estive. Questa casa cui sono molto attaccato, in quanto contiene i migliori ricordi, è pervenuta in eredità a me, pur essendo io solo il quinto dei sei figli di mio padre ingegnere.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Parlare di me è come parlare del nulla. Io sono nulla, nulla rispetto l'infinito, rispetto la quantità di persone che transitano su questo pianeta, nulla rispetto le enormi intelligenze che mi circondano, nulla rispetto al sole, al mare, alla natura, al paesaggio, alle città. Sono poi uno, non due, non dieci ma uno, unico, inimitabile, un pezzo non raro ma impossibile da copiare se non facendo uno scherzo, uno come è uno il Dio, uno come è uno il pensiero unico che si sviluppa dentro di me, uno come è unico l'assemblaggio di emozioni, stati d'animo, sensazioni, vibrazioni che mi avvolgono e produco ogni giorno anche per gli altri che mi circondano. Sono però anche centomila come sono centomila le voglie che mi trafiggono l'anima, sono centomila come le variazioni di umore che mi cambiano i giorni, centomila come le centomila facce della medaglia che rappresento. La mia vita è banale e non vale la pena di raccontarla anche perché è passata.