1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È come avere un’amica a cui confidare i propri pensieri, emozioni, preoccupazioni, gioie, sentimenti. Nel momento che butto su carta i miei scritti viene coinvolta un'emotività interna che mi fa vivere in un mondo irreale tra sogni e realtà.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È sempre presente la vita reale e tutto ciò che accompagna il mio cammino di scrittore. Non ci si può distaccare dal mondo reale se si vuole veramente comunicare. Chi scrive, ma questo vale in qualunque forma d'Arte, deve trovare la giusta sintonia ed equilibrio in modo che il fruitore possa comprendere in pieno i percorsi che hanno portato alla realizzazione dell’opera.
Un racconto profondo, rivolto a una bambina, che non potrà mai conoscere suo nonno ma che scoprirà che lui le è sempre accanto perché è un angelo e come tale, per sempre la proteggerà. “Il tuo nonno è un angelo” è il libro nato dalla penna di Elide Friscini pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è sempre stato importante per me. Ho dedicato tanto tempo delle mie serate e delle mie notti, nel corso della vita, a scrivere. Fin da piccola e poi avanti con gli anni, avevo il mio diario, nel quale scrivevo i miei pensieri, tutto ciò che dovevo fermare lì, in quelle pagine. Scrivere mi fa incontrare con me stessa, mi da un tempo ed uno spazio che non riesco a trovare nel vita frenetica di ogni giorno. Emozioni forti si sprigionano intorno a me mentre scrivo o racconto e mi viene facile poiché dettate dal cuore e dalla mente e cerco di comunicarle attraverso i miei scritti.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Da quando ho imparato a scrivere, a soli 3 anni, descrivevo ogni momento della giornata vissuta.S e capitava qualcosa di particolare, mi fermavo, prendevo il mio quaderno e descrivevo l'accaduto. A 6 anni ero già iscritta a scuola in quanto pregavo mio Padre di farmi andare già a 3 anni. Per ogni singolo evento facevo anche i disegni per renderlo più personalizzato. A 7 anni disegnavo già come sarei stata con mio marito, dovevo essere laureata in 2 università, avere 2 figli, e mio marito doveva lavorare tanto. Poi disegnavo e descrivevo per ogni mese quanto mi crescevano i capelli, e quanto dovevo crescere in altezza. Disegnavo e descrivevo le mie amiche, l'autunno con tutte le sue sfumature, l’inverno, la primavera e l’estate.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un maresciallo maggiore della Guardia di Finanza in pensione per gravi motivi invalidanti. Ho trascorso trent'anni al servizio delle Istituzioni, della Giustizia e dei cittadini, cercando di dare la mia professionalità, il buon senso e la saggezza agli eventi che si presentavano nella vita professionale e non. Lo scrivere un libro mi ha distolto, nel quotidiano, dalle varie sofferenze fisiche dovute, appunto, alla mia invalidità, trascinandomi in un percorso mentale e metafisico che rasserenava la mia esistenza. Sono una persona che ama molto scrivere, avendo frequentato anche Istituti scolastici prettamente a carattere letterario, come il Liceo Classico e l’Istituto Magistrale.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me un gioco che mi gratifica e nello stesso tempo diverte. È ludico, specialmente quando riesco a far emergere dalle mie fantasie tocchi di leggerezza e scorrevolezza, pur rimanendo profondo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Poco, se si eccettuano due dei sette racconti dove mi sono trovato marginalmente o meno a vivere le situazioni o ad ascoltarle. Il resto è tutto frutto della mia fantasia.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una emozione continua. È il modo di sentirsi liberi di interpretare la realtà secondo i propri desideri e quasi di creare una realtà virtuale del tutto personale per potersi astrarre completamente da quella... reale. L'appagamento che determina il poter scrivere è immenso. Io scrivo per me stesso e non m'importa se c'è qualcuno interessato a leggermi. Quando scrivo qualcosa penso sempre alla dedica dei "Promessi Sposi" da parte del Manzoni: "a quella poca decina di lettori che avranno il coraggio di leggere questo romanzo". Creare un personaggio è un'emozione incredibile; infondergli connotazioni personali è uno sforzo che viene ripagato dalla gioia di vederlo vivere e muoversi tra le pagine del libro. Scrivere mi riempie di gioia!
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in un paesino della Ciociaria, però dopo qualche mese i miei genitori si sono trasferiti a Roma dove vissi fino all'età di 19 anni per poi iniziare la carriera militare nella Polizia di Stato. Diciamo quindi che la mia crescita si è svolta, a causa del servizio che dovevo svolgere, in molte città italiane, tanto da considerarmi ormai cittadino dell'Italia intera. Oggi vivo a Cassino e da pensionato mi dedico principalmente alla lettura di testi storici e biografici.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere significa dare sfogo alla fantasia, non avere limiti né temporali né spaziali, è libertà allo stato puro. Per me è stato ed è soprattutto una sfida con me stesso. In vari momenti della mia vita ho iniziato a scrivere, soprattutto racconti, ma per i miei troppi impegni, con conseguente mancanza di tempo, non sono mai riuscito a portare a termine le mie opere. Liberatomi della schiavitù del lavoro e dopo molte sollecitazioni da parte di mia moglie sono finalmente riuscito a completare un romanzo. La più grande emozione è stata entrare a tal punto nei personaggi da me inventati da vederli diventare vivi, reali, come se li avessi conosciuti veramente.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è una passione, un modo per staccarmi da questo mondo, per rifugiarmi in un mondo tutto mio, ma senza finzione, io racconto cose reali, storie vere, vissute da me, a volte direttamente, a volte indirettamente. L'emozione più grande che provo quando descrivo, racconto, è riuscire a trovare le parole, per trasmettere il messaggio ai lettori, in modo semplice, diretto, in modo che si capisca di cosa sto parlando.