L’alcol è spesso compagno di disavventure di troppe persone, e lo è stato anche per Mauro, il protagonista della storia, che però, grazie all’aiuto dei suoi cari e al miracolo che egli stesso ha cercato, è riuscito a dire di no! È riuscito a fermarsi in tempo, ha deciso di vivere una vita che vale la pena di vivere e di non fare la stessa fine di Nicola, il suo amico-collega, che invece non ha saputo allontanarsi dalla bottiglia.
Così, quando un giorno vede “Toni Got” bere e tracannare una bottiglia al cimitero, dove lavora, capisce che è il momento di agire: capisce che ora dovrà essere egli stesso, Mauro, il miracolo per Antonio, e dovrà essere forte, perché chi è stato alcolista lo è sempre, e la tentazione non andrà mai via.
Anche per Giacomo l’alcol è stato compagno imprescindibile per molti, troppi anni. Giacomo, come Mauro, ha toccato il fondo, ma da lì è ripartito. C’è riuscito perché da sedici anni ha trovato dentro di sé la fonte, quella giusta, quella davvero capace di dissetare e non di generare arsura e bruciore, e altro desiderio di sete. È l’amore la sua nuova fonte. Così questo libro vuole essere un messaggio per tutti: per chi è alcolista, per i familiari di chi lo è, e per chi crede che l’alcol non sarà mai per se stesso un problema.
“Quando nessuna fonte dissetava”, un libro forte, che racconta con passione e con brio, senza essere pesanti, la dipendenza dall’alcol. Un male oscuro: una malattia lenta, progressiva e mortale. Ma che può essere battuta. “Quando nessuna fonte dissetava”, il libro di Giacomo Miniutti che commuove e dà speranza.