Miniutti continua a bere. Nonostante tutto si sente bene, ed evita di farsi visitare. «Dal dottore non andavo mai. Anche perché forse nel mio inconscio sapevo che il dottore se ne sarebbe accorto. Ci si va solo quando si è allo stremo». A 35 anni il suo fisico comincia a cedere. La situazione familiare si complica, il matrimonio rischia la rottura. «Con un alcolista in casa, i familiari non sanno come comportarsi, fanno molta fatica. Cercano di aiutare, ma molte volte sbagliano. Perché togliere l’alcool a un alcolista è la cosa più crudele che si possa fare. Perché non è l’alcool la causa, ma il bisogno».
A 39 anni arriva il crollo definitivo. Cirrosi epatica, ricovero, delirium tremens. «Mi hanno detto che avevano chiamato il prede dell’ospedale, perché ormai c’erano poche speranze. Ma per fortuna la campana non ha suonato». Dopo due mesi è di nuovo fuori. «Ho smesso per tre anni, ma solo per la paura della morte. Ero stanchissimo, non riuscivo neppure a tirare il freno a mano. Ero giallo…». Miniutti si interrompe per un attimo, poi riprende «ho una foto, ma è bruttissima».
Ma ancora non basta. Giacomo torna dentro il bicchiere. «Stavo lavorando in una casa in ristrutturazione c’era il bottiglione di vino. Senza chiedermi perché e percome, lo prendo e mi ci attacco a garganella. Nel giro di due settimane sono ritornato come prima». Passano altri tre anni, «tre anni di questa vita d’inferno, di bere mentendo, mentendo agli altri e a te stesso».
“Il ragazzo che aveva sete” è invecchiato, è stanco. È ubriaco. Cade e batte la testa. «Quella sera mi misero una retina per tenere i punti. Mi guardai nello specchio e mi dissi: “Questo non è Giacomo”. Allora è scattato qualcosa. Ho capito subito che dovevo fare qualcosa che non avevo mai fatto prima. Ho accettato di iniziare un percorso di recupero». Giacomo posa la bottiglia e prende la penna. Ha fatto suo il motto che deriva dalla preghiera di San Francesco, “è dando che si riceve”, e ora fa volontariato in carcere. «Io ho avuto tanto, ho avuto la salvezza, ho avuto la vita nuova, e mi sono sentito di non tenere per me questa grazia. E non avrei mai pensato di smettere di bere, per me era impossibile la vita senza l’alcool. È doveroso, devo farlo. Io sono qui per questo. Se io ce l’ho fatta, può farcela chiunque».