Giacomo Musaio affida alle pagine del suo libro, le riflessioni e le considerazioni sull’anziano e sul quel delicato periodo della vita degli uomini che è la senilità. “L’anziano” è infatti il suo lavoro pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni ed è fruibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che nel moderno formato dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
uno stato onirico con la caratteristica di ricordare il sogno. È immergersi in un mondo diverso dove le parole formano la base dei propri sogni.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Praticamente è raccontata la mia vita attraverso i numeri.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Bellissimo, come ho ricordato, è un sognare ad occhi aperti.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Immediata. Dovevo trattare di economia della famiglia e quale modo migliore di usare un vezzeggiativo dei soldi; appunto "i miei soldini".
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Copertino ma sono cresciuto a Monteroni di Lecce, una piccola cittadina nella quale tuttora risiedo.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Nella società odierna, ad un adolescente, consiglierei non un singolo libro in particolare ma un genere letterario: le poesie. Trovo, infatti, che in quest'epoca si viva accompagnati da una carenza di interiorità e di riflessioni su tutto ciò che ci circonda, e in particolare in tema di emozioni. La poesia è da me considerata come un vero e proprio allenamento che ci consente di adattarci ad ogni momento tramite la capacità di comprendere e trasmettere emozioni e sentimenti. Certamente molti temi di altri generi letterari contribuiscono a tutto ciò ma la poesia eccelle in questo e, purtroppo, oggi si sta perdendo, confermando quanto ho appena detto.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è sempre un' emozione nuova ogni volta che scrivo le mie liriche, in particolare provo la libertà di espressione che prova l' albatros quando spicca il volo dall' alto della scogliera. So che potrò sfruttare correnti e venti che mi permetteranno di volare a lungo senza battito d'ali.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto di quello che scrivo è estratto dalla vita reale. Scrivo sul mare del golfo dove sono nato, scrivo osservando la natura e non di meno scrivo sulla stupidità umana e sul male che sta provocando al pianeta. Purtroppo l' uomo sembra voler rifiutare la sua mortalità e questo mi fa incazzare... Scrivo sui piaceri della vita e della gioventù e, purtroppo, sui miei genitori scomparsi che mai sapranno di questo mio macchiar pagine d' inchiostro.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere...scrivere è una maniera per poter guardare e rendere visibili agli altri i propri pensieri, di dare concretezza allo spirito, un modo per fissare momenti, come con una Polaroid. Quando riesco a trasferire sulla carta in maniera ordinata ciò che a volte disordinatamente mi gira per la testa, quando riesco a sentire io stessa un profumo o un sapore oppure quando un luogo, anche se immaginario, si concretizza davanti ai miei occhi mentre rileggo ciò che ho scritto, ecco in quel momento sono felice perché credo che anche chi leggerà potrà sentire e vedere tra le parole, percepire le mie emozioni...conoscermi, insomma.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma, in pieno periodo fascista e quindi sono stato educato in quella cultura. Da sempre ho avuto una certa facilità a scrivere e a cercare di scrivere bene. La mia famiglia era impiegatizia, ma da parte di papà avevo una tradizione culturale. Mio nonno era quello che si chiamava "professore di belle lettere". Cercando su Google si trovano testi e pubblicazioni di Publio Barghiglioni. Abbiamo ricevuta dall'Università di Graz la copia di un carteggio epistolare con un Professore di Lettere romanze. Però mio nonno viveva di un impiego e morì molto giovane con un sacco di figli. Quindi grandi ricordi familiari (D'Annunzio, Paolo Tosti...) ma una realtà piccolo borghese. Papà ha fatto la guerra ed è a lungo rimasto prigioniero. Quindi non mi sento scrittore, ma sono abbastanza padrone della lingua.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Nata a Lecce, a 18 anni ho iniziato a viaggiare. Girovagando per il versante adriatico dell'Italia, ho avuto modo di svolgere diversi lavori, come anche di conoscere molte persone di ogni età e di nazionalità diverse, dandomi la possibilità di arricchirmi di esperienze uniche e di incrementare la mia cultura personale. Una crescita continua costruita sulla curiosità e fame di conoscenza. Questo mio essere nomade mi ha portato a Treviso dove mi sono sposata ed ho avuto una figlia, ponendo fine al mio vagabondare e dando inizio ad una profonda introspezione.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Qualsiasi!! Senza dubbio consiglio di essere affamati di conoscenza, per questo è importante leggere, anzi divorare libri! Ma il libro più affascinante trovo sia il Dizionario.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Marano de' Marsi è una frazione di Magliano, in provincia dell'Aquila. In realtà è un sogno. Bellissimo. Le sue abitazioni - forse una cinquantina: case, palazzine, chiesa, torri, castello - sono poste sopra uno spuntone roccioso, appoggiate con ordine una all'altra. Le pareti sono chiare. I tetti rossi. A guardarla dall'alto - dal monte Faìto o dal Sant'Angelo - è un incanto: sembra realizzata con cartoncino ondulato rosso e fogli bianchi, e sistemata in un mare di verde. Sta a 926 metri di altezza. E, a 200 metri sotto, un'altra spettacolare visione: la stretta valle del Salto che si stende da Magliano fino al Cicolano. Così Marano è anche una terrazza, per il controllo dello spazio sottostante o per un arioso piacevolissimo riposo. Dalla sponda destra del Salto, di cui oggi resta solo il greto, io salivo, a piedi, superando spensieratamente i 200 metri di dislivello, per la mia formazione primaria. Per la scuola media e il liceo passai in un collegio dei Missionari Redentoristi a Scifelli, un paesetto fra le colline della Ciociaria. Da lì, per gli studi di Teologia e Filosofia andai a Cortona (AR) dove ricevetti l'ordinazione sacerdotale e dove rimasi dal 1951 fino al 1959. A Cortona scoprii la passione per la letteratura: leggevo o ascoltavo la proclamazione di opere di Carducci, Pascoli, Leopardi, D'Annunzio. E lì cominciai a scrivere: cronache; articoli storici; poesie, spesso in occasione di feste e di Accademie. Ma di "farmi scrittore" non avevo mai pensato.
Un originale diario in cui l’autore raccoglie osservazioni, pensieri e opinioni che spaziano dal lavoro, alla condizione della donna nella società, fino ai ricordi adolescenziali. “Diario di un’anomalia” è il libro di esordio scritto di Andrew J. Sax e pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni, fruibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che nella moderna versione dell’e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Innanzitutto Andrew J. Sax è uno pseudonimo che ho dovuto usare per salvaguardarmi da eventuali conseguenze in quanto la prima stesura del libro è avvenuta totalmente sul posto di lavoro (nei momenti di pausa che offriva la mia mansione). Sono nato a Rapallo (GE) dove ho vissuto fino a 18 anni e dove ho stretto un legame indissolubile con il mare. Nel 1990 mio padre si è trasferito a Vicenza (dove vivo tutt'ora) per motivi di lavoro. Ho terminato gli studi all'istituto tecnico nautico di Venezia diventando macchinista navale. Ho una moglie ligure e due figli, una femmina di 17 anni e un maschio di 14. La famiglia è il mio primo pensiero e il mio più grande successo. Nel tempo libero sono responsabile di reparto in un’ azienda alimentare. Ho passioni per la lettura (soprattutto fantascienza) disegno, la fotografia. Sogno da anni una muscle car americana, guardo il football americano (che ho anche praticato per un breve periodo) e prima o poi farò surf e proverò il flyboard (se non sapete cos'è guardate su you tube). Ah, ovviamente mi manca il mare... sempre.