1. Parliamo un po’ di lei, dov’è nato e cresciuto? Sono nato a Lecce nel luglio 1940, da padre umbro e madre calabrese. Di Lecce però non mi resta nulla. Mio padre, Maresciallo, poi Tenente di Guardia di Finanza, aveva continui trasferimenti. Era appena esplosa la guerra, e sei mesi dopo la mia nascita la famiglia dovette spostarsi da Lecce a Francavilla Fontana, in provincia di Taranto. Tra i primi ricordi: bombardamenti notturni sulla vicina ferrovia, l’ululato degli allarmi e delle sirene, raffiche di mitraglia della contraerea, l’incrociarsi sul nerissimo cielo notturno dei fasci di luce, gente ululante che si precipitava nei sottoscala, dove peraltro si rischiava di crepare schiacciati come topi. Molta campagna (ricordo, anche con la puntura di un’ape), cani, galline, uova, bestiame, latte, enormi panorami di piante del tabacco e l’uva da vino e l’ulivo e mandorli – i tesori della Puglia. All’imbrunire, lunghe passeggiate con mio padre in campagna. Il cielo non era affumicato com’è oggi e le stelle risaltavano in modo spettacolare. Alle mie domande di cosa fossero quelle luci, mio padre spiegava che erano soli lontanissimi, con forse anche pianeti lontanissimi e forse abitati da creature di chissà quali forme. Io ascoltavo ipnotizzato immaginando viaggi impossibili.