3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera ha significato molto. Sembrerà strano ma all’inizio non ebbi l’idea di scrivere un vero e proprio libro, scrissi più che altro dei singoli racconti e, nei momenti d’ispirazione, riuscivo a mettere nero su bianco le mie idee. Molte volte la notte capitava di svegliarmi puntuale come un orologio svizzero alle quattro del mattino, per prendere appunti sul quadernino che tenevo sul mio comodino. Un giorno però decisi che questi racconti dovevano essere inseriti tutti al posto giusto: e come in un puzzle, pezzo dopo pezzo, tutti i racconti si unirono a formare il libro.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Avevo in mente fin dalle prime pagine che il titolo sarebbe stato “The legend of the farm” l’unico dubbio era se mantenere il titolo in italiano o tradurlo in inglese! Alla fine, essendo la fattoria circondata da un alone di mistero, anche il titolo doveva essere in grado di dare al lettore un po' di suspense e optai per l'inglese.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente “The legend of the farm” di Armando Sansone! Il libro è così coinvolgente da non farti accorgere neanche se, durante la lettura, qualche tribù di indigeni dell’isola decidesse di metterti dentro un gran pentolone: continueresti a leggerlo anche a bagnomaria!
6. E-book o cartaceo?
L' e-book è il futuro del libro, ma l’emozione di stringere fra le dita le pagine di un bel libro cartaceo non è da poco!
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Credo che la vita sia un'avventura da intraprendere, perché si sa come inizia e ma non si sa come finirà. Nel mentre diventare uno scrittore, vedere il mio nome citato insieme a tanti bravi autori, mi rende felice e questo mi basta.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
È difficile rispondere. Come accennavo prima si è trattato di un viaggio armato di carta e penna... dritto dove ti porta il cuore! Ma, a proposito di aneddoti, sicuramente leggendo il libro il lettore non saprà che i miei personaggi sono tutti inventati, tranne uno, il gatto Castiel. Lui è vivo e vegeto sul mio divano, che sonnecchia come al solito. Vederlo infatti steso sul divano mentre rifiuta le sue responsabilità da leader della rivoluzione per cui e stato eletto, mi fa una gran rabbia! È necessario un chiarimento! Così lui mi guarda con i suoi grandi occhioni celesti, fa uno sbadiglio, un leggero gorgoglio tra un miao e un lamento fastidioso e si rimette a dormire sui divano... con questo leader mi sa che ci sono poche speranze!
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una emozione indescrivibile! Credo che sia la stessa emozione di quando mi sono sposato... Ero emozionato come un bambino.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie. Le ho fatto leggere solo i primi capitoli incuriosendola... ma se vuole sapere il seguito deve comprarsi il libro!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il massimo del bene possibile quando si è in viaggio! È il futuro!