2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sicuramente alla sera. Durante il giorno il mio lavoro non mi consente di dedicare molto tempo alla scrittura. Molto spesso mi capita distare alzato fino a tardi e provare a "buttare giù" un capitolo, salvo poi sconvolgere completamente il lavoro fatto perché non mi convinceva. Sto scrivendo un secondo romanzo e penso di essere sulla buona strada per arrivare alla conclusione, ma sono sicuro che, per come ho già fatto con il primo, prima di promuoverlo lo rileggerò più e più volte magari arrivando a riscrivere quasi completamente alcuni capitoli.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Di autori ce ne sono molti. Nelle mie letture prediligo decisamente romanzi d'avventura e d'azione, thriller, spys stories. Se parliamo di autori italiani sicuramente Marco Buticchi e Valerio Massimo Manfredi sono in cima alla lista, se invece parliamo di autori stranieri la lista è molto lunga, da Clive Cussler, a Ken Follet, Wilbur Smith, Robert Ludlum e così via...
4. Perché è nata la sua opera?
La mia prima stesura è nata un paio d'anni fa e poi l'ho lasciata a decantare nel cassetto per qualche tempo. Volevo provare a stare una volta dall'altra parte del lettore, ovvero di un autore che voleva cimentarsi a scrivere un romanzo d'avventura. L'idea era quella di ambientarla in un luogo conosciuto e costruendo dei personaggi che volevano essere umani anche in circostanze decisamente negative come quelle che ci potevano essere durante la seconda guerra mondiale. Dopo qualche tempo ho "tirato" fuori dal cassetto il mio lavoro e ho provato a completarlo e sistemarlo (in alcuni casi anche riscrivere alcuni capitoli). Una volta completato e convinto che poteva essere in qualche modo interessante, ho provato ad inviarlo ad alcune case editrici per vedere se poteva essere di qualche interesse. Sorprendentemente devo dire che ho ricevuto diverse proposte di pubblicazione, ma quella che mi ha convinto maggiormente è stata la vostra di Booksprint edizioni.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente l'esperienza in ambito professionale ha giocato un ruolo decisivo in tutto questo. Lavorare nella comunicazione da tanti anni mi ha permesso di apprendere molte cose. Certo scrivere un romanzo è tutt'altra cosa, ma credo che una buona dose di "cultura letteraria" nasca proprio da lì. Malgrado io abbia una formazione tecnica, devo anche dire che ho sempre prediletto le materie umanistiche quali la storia e la letteratura.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo che scrivere sia un modo per dare libero sfogo alla propria creatività. Come i pittori ed i musicisti, anche gli scrittori sono degli artisti nel loro genere e riescono, mettendo la loro arte sotto forma di parole, a dare sfogo al proprio io. C'è chi la vive come un'evasione dalla realtà, chi come un racconto e chi, come me vuole semplicemente mettersi alla prova e conscendersi una nuova sfida.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Sicuramente nessuno dei personaggi mi rappresenta appieno, ma non posso certo negare che non ci sia niente a me affine. Il senso del dovere o la ricerca di giustizia sono cose che mi accomunano molto ai personaggi del mio romanzo.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
A dire il vero no. In questa piccola impresa mi ci sono buttato a capofitto di mia sola iniziativa. L'ho preso proprio come una sfida personale.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
I primi capitoli li ho fatti leggere a mia moglie, ma devo dire che la storia non è proprio nelle sue corde. Normalmente predilige storie di altro genere. Successivamente ho mandato la bozza in lettura a mio fratello e mia cognata e successivamente ad un'amica, con l'obiettivo che mi facessero sapere senza "se" e senza "ma", cosa ne pensavano e se la storia stava in piedi. Naturalmente li ho "usati" anche come correttori di bozze (non me ne vogliano). Avevo chiesto loro di essere i più obbiettivi possibili, accettando qualsiasi critica sul romanzo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Oggi l'e-book è sicuramente in crescita esponenziale rispetto alla carta stampata. Lo dimostrano anche i dati del mondo digitale e la profonda crisi che sta vivendo l'editoria italiana. Devo dire che i lettori di romanzi si suddividono ancora equamente tra i "tradizionalisti" ed i "digitali" ma il trend credo sia ormai quello verso la digitalizzazione dei libri. In passato ho dovuto acquistare una libreria da mettere in salotto, per riporre tutti i miei libri e che ormai ho saturato. Il digitale offre indubbi vantaggi. Io stesso ormai acquisto solo libri in formato e-book. Sul mio Kindle ho circa un centinaio di libri che posso leggere comodamente su tutti i device, dallo smartphone al tablet e ancora al kindle senza che occupino spazio fisico in casa.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi è capitato tempo fa di sentire alla radio (mi pare su Rai 2) la lettura a puntate di un audio libro e l'ho trovata interessante. Non ricordo il nome dell'autore e del testo ma ricordo che mi affascinava. Mia moglie poi ha scaricato diversi audiolibri da internet e se li è messi sul lettore MP3. Spesso quando è in casa, alla sera o qualche volta quando va in palestra si ascolta l'audio libro in tutta tranquillità. A mio avviso è un'ottima soluzione per le persone che vorrebbero avere il tempo di leggere, ma non ce l'hanno. È una soluzione meno impegnativa rispetto all'e-book o a libro tradizionale.