1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto? Sono nato ad Aosta, dove ho frequentato il Lieo Classico; durante il periodo dell'Università stavo al Collegio Universitario di Torino. Dopo la laurea (Fisica), mi sono definitivamente trasferito a Torino dove tuttora risiedo. All'Università ho conosciuto Anna: ci siamo innamorati, fidanzati ed infine sposati. Abbiamo avuto due figli ed ora abbiamo anche tre nipoti. 2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente? Darei due consigli: uno, diciamo più letterario e, in questo caso un libro che mi era piaciuto tantissimo è stato "Siddharta" di Hermann Hesse; consiglierei anche un libro a carattere scientifico, per invogliare i giovani a dedicarsi alla ricerca e all'innovazione; per questo consiglierei "Il nostro ambiente cosmico" di Martin Rees, cosmologo inglese di fama e grande divulgatore. I due libri portano l'uno all'introspezione, l'altro alla contemplazione dell'affascinante mondo della cosmologia moderna. 3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book? Non conosco le statistiche e quindi non so giudicare quanta lettura è passata dalla carta all'elettronica. Personalmente possiedo un e-book reader, su cui ci sono caricati parecchi libri, soprattutto quanto voglio risparmiare un po' sul prezzo di acquisto. Tuttavia il piacere di avere tra le mani un bel libro è di molto superiore a quello di uno schermo. Io poi leggo molti saggi di carattere scientifico che amo sottolineare, cosa che non faccio con quelli elettronici (anche se è tecnicamente possibile). Certo andare in vacanza con quattro o cinque romanzi (mi piacciono i gialli) racchiusi in un e-book reader è molto comodo. 4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato? Mi è sempre piaciuto scrivere: è un modo di ordinare i pensieri e renderli più chiari. Quello che ho appena pubblicato è il mio quarto libro: due sono saggi a carattere scientifico, uno di pensieri filosofico-teologico, uno di ricordi personali. Ho anche curato e adattato una biografia di un mio vecchio parente, emigrato negli USA, scritta originariamente in inglese e da me tradotta; libro che però non ho mai (ancora?) pubblicato. Sì mi piace scrivere, mi piacerebbe anche scrivere un romanzo, ma sono sicuro di non averne le capacità. 5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro? Questo libro nasce dal desiderio di dare forma organica ad una serie di lezioni che ho tenuto presso l'Università della terza età di Torino negli ultimi anni. Durante le lezioni sono solito proiettare numerose slides con cui sintetizzo i concetti che espongo. Il libro mette in forma logica e discorsiva tutto quel materiale 6. Quale messaggio vuole inviare al lettore? La finalità principe del libro è di fare apprezzare al lettore gli incredibili progressi della ricerca fisica di base sia nel microcosmo sia nel macrocosmo e, allo steso tempo, fare capire come ogni scoperta apra nuove praterie e nuovi interrogativi, perché, come diceva Eraclito, "la natura ama nascondersi. Il libro è dunque un invito, rivolto soprattutto ai giovani, a cercare nuove risposte a nuovi (e a volte vecchi) problemi. 7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita? No, non avevo mai pensato di scrivere, da piccolo. Ho cominciato al liceo a prendere gusto per qualche "tema". Poi, finita l'università, ed entrato nel mondo del lavoro, non ci ho più pensato. Il desiderio di scrivere mi si è ripresentato, quando ormai la mia attività lavorativa stava volgendo al termine. Dovevo pur procurarmi una nuova attività e questa è anche appassionante e divertente. 8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere? Avevo già scritto gran parte del libro quando, per un improvviso malfunzionamento del computer, associato ad una mia manovra azzardata, il file è stato accidentalmente cancellato. Un attimo di sgomento. Poi mi sono ricordato che, solo pochi giorni prima (e nel frattempo non avevo quasi scritto nulla), avevo fatto una copia di backup delle principali cartelle del computer. Non è un ricordo piacevole, ma almeno è a lieto fine. Morale: mai dimenticarsi di fare copie di backup. 9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine? No. Mai mi ha sfiorato l'idea di non portarlo a termine. Anzi. Una volta finito e corrette le bozze, nuove idee/approfondimenti/commenti mi si sono affacciati alla mente ed avrei voluto aggiungere pagine e pagine, ma così non avrei mai finito! Le lascio ad un nuovo libro. 10. Il suo autore del passato preferito? Mi è capitato di leggere e soprattutto di sentire recitare canti della Divina Commedia: devo dire che, seppure difficili, sono affascinanti. Certo non è una lettura che si possa fare con una certa frequenza. 11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro? Non ho esperienza alcuna di audiolibri; direi che possono essere una soluzione per molte persone, come gli anziani che non riescono più a leggere. Non credo possano essere di interesse per i giovani ai quali non raccomanderei mai un audiolibro: essi già non leggono molto e non vorrei che si disabituassero ancora di più.