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11 Apr
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Intervista all'autore - Maria Pizzuoli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Siracusa, una città che è un'isoletta chiamata Ortigia, una piccola città che divenne un'importante colonia greca, una città ricca di opere d'arte, di reperti antichi interessanti, ricca di sole e di mare. Lei mi ha insegnato ad amare la bellezza e la scrittura è una bellezza. A Siracusa ho trascorso la mia infanzia e la prima giovinezza, poi mi sono trasferita a Venezia con marito e figli per motivi di lavoro. Lavoravo nella scuola con grande amore ed entusiasmo. La mia vita si è così svolta in mezzo a due tipi di bellezze: l'arte delle città in cui ho vissuto, l'arte dell'insegnamento.

Non c'è stato un momento particolare in cui ho deciso di scrivere, si può dire che scrivo da sempre. Ho fatto tutto prima degli altri: ho imparato a leggere da sola a tre anni, ho scritto a sette anni una commediola che ho fatto recitare ai miei compagni di gioco, poi mi sono dedicata ai diari e infine ho provato a scrivere favole e brevi racconti per divertire i bambini e le mie amiche. Al romanzo mi sono avvicinata più tardi, ma le prime esperienze non mi soddisfacevano, non riuscivo a uscire da me stessa, qualcosa mi legava, mi impediva di esprimere i miei sentimenti, il mio modo di vedere le cose. Ricordo di aver mandato uno di quei racconti al giovane Cacciari che mi trattò a pesci in faccia. Aveva ragione, ma ci rimasi malissimo, eppure quello fu lo sprone per scacciare la paura di uscire da me stessa e di mostrarmi agli altri.

 

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando ero una studentessa, studiavo la sera perché nel pomeriggio andavo con gli amici. Quella è diventata un'abitudine, per questo scrivo la sera, spesso fino a notte inoltrata.


 

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è la scrittrice Annie Ernaux.


 

4. Perché è nata la sua opera?
È stata una mia amica a ispirarmi l'opera. Lei era orgogliosa della sua razionalità che, diceva, l'aveva aiutata a vincere le molte difficoltà della sua vita piuttosto incomprensibili. Le chiamava "Misteri". Non ero d'accordo con lei, ma non voleva ascoltarmi, volevo dimostrarle che i misteri non esistono e che la razionalità a volte provoca danni.


 

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale che ha influito sulla mia formazione letteraria non è stato la famiglia: i miei genitori non erano né colti, né istruiti, ha influito la scuola e, in particolare, due miei insegnanti del liceo che sapevano far amare le materie che insegnavano e spingevano noi studenti a cercare di leggere molto e a tentare di scrivere qualcosa


 

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Penso che siano ambedue le cose: scrivere aiuta a non pensare alla realtà che si vive, talvolta difficile, ma è anche vero che quando si scrive si racconta sempre la propria realtà e quella che si vive.


 

7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è molto di me in quello che scrivo, ma c'è anche molto di quello che è fuori di me.


 

8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, la mia amica di cui ho parlato.


 

9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'ho fatto leggere a una delle mie nipoti che ha, anche lei, la passione per la scrittura.


 

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso di sì, sebbene io creda che il libro cartaceo non sparirà perché ha un fascino particolare: la carta si tocca, si sfoglia, se ne sente l'odore e si prova una sensazione di piacere.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Dell'audiolibro io ho avuto una certa esperienza quando, in un periodo della mia vita, ho registrato libri per le persone cieche. Per queste persone l'audiolibro è molto utile, ma per chi non ha questi problemi può essere un altro sistema per leggere. Non credo, però, che stimoli alla lettura chi non vuole leggere.


 

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Mercoledì, 11 Aprile 2018 | di @BookSprint Edizioni

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