Una delle peculiarità del libro risulta evidente fin dalle primissime pagine e consta nel rimando frequente a testi di canzoni o scene di film; esse si alternano in modo equilibrato e ben calibrato alle parti narrative, tanto da raggiungere una peculiare originalità espressiva. Il messaggio che i lettori percepiscono mediante la lettura del testo è il punto di vista di Daniele Tuzi verso la società attuale, il suo disgusto verso quelle forme di corruzione e vizio che coinvolgono ogni sfera del sociale, così che il disappunto è reso manifesto senza indugi e con espressioni esplicite. Lo stile sintattico è assai inconsueto e eccentrico, basato su periodi lunghi e con un ordine alterato degli elementi all’interno del periodo, anche il registro linguistico conta termini di nuova creazione da parte dell’autore, il quale nella formazione di neologismi considera con grande attenzione allitterazioni ed assonanze il che contribuisce a conferire al testo un ritmo che a tratti sembra somigliare a dei testi musicali.
Sulla base di queste osservazioni è possibile affermare la qualità narrativa del libro, la cui particolarità espositiva lo configura come testo di interessante ed intelligente sperimentazione linguistica. Il ritmo fluido, le immagini e le metafore di cui esso è ricco fanno sì che il lettore venga travolto dalla lettura del libro di un autore non nuovo alle pubblicazioni. Daniele Tuzi, infatti, dopo gli studi classici e la laurea, continua la sua formazione attraverso la lettura di classici della filosofia e della poesia, sue grandi passioni insieme alla musica ed alla politica.