In quella terra dei sogni e delle possibilità che chiamano Libro, tutto questo accade, e molto di più. Ma ci sono volumi che richiedono un tempo ulteriore. Per la loro mole si impongono sugli scaffali e spaventano i lettori meno coraggiosi. Il loro dorso possente lancia occhiate di sfida.
Certo, tutti sanno della Recherche di Proust, e più di qualcuno ha sentito parlare dell’Horcynus Orca di D’Arrigo, ma praticamente nessuno conosce Oga Magoga, stupendo romanzo di Occhiato. Sono esempi di testi lunghissimi, che richiedono un editore temerario e un lettore che abbia voglia di andare oltre certe convenzioni.
La grande maggioranza dei volumi in commercio, anche tra gli ultimi libri usciti, non supera le trecento pagine, e solo pochi autori affermati possono permettersi di varcare pagina trecentocinquanta. Perché non c’è domanda, perché non è quello che i lettori vogliono, perché non conviene.
Ma il panorama editoriale si muove, le case editrici non stanno a guardare le cose che cambiano e che sono in continua evoluzione. Sul mercato, ad esempio, si inseguono eBook reader a prezzi sempre più accessibili: garantiscono una lettura confortevole, prevedono la possibilità di ridimensionare il carattere a nostro piacimento, permettono di sottolineare al tocco di un dito. Sugli eBook l’Iva è ancora al 21%, ma presto o tardi carta e bit saranno equiparati in quanto prodotti culturali, e questa tassa sarà finalmente adeguata al 4%.
Non è così facile capire cosa accadrà a quel punto. Senza lasciarsi andare a critiche da amanuense e men che meno al furore pirico, possiamo limitarci a dire che si apriranno nuovi spazi per il lungo narrare. D’improvviso cadranno le barriere costituite dai costi delle materie prime, e qualche editore potrebbe cedere alla tentazione della lunghezza. Lettori permettendo.