1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Durante la stesura delle poesie presenti in “Nero”, ero in un periodo di totale depressione per svariati motivi. Mi sono buttato prima sul fumo e poco dopo sull'alcol, per cercare di anestetizzare il mio cervello dalla sofferenza e dalla non voglia di vivere. Quindi direi che la stesura delle singole poesie di “Nero” è stata un ergastolo con torture, che mi ha spinto ha riversare la disperazione e la sofferenza nei versi liberi che ho composto. L'ultimo periodo invece, dalla conclusione del periodo di depressione e la chiusura definitiva di “Nero”, ovvero il momento in cui ho deciso che le successive poesie che avrei scritto non avrebbero più fatto parte di “Nero”, è stato caratterizzato, e lo è tuttora, da un'allegria di fondo e da una spensieratezza mai provata. Spero un giorno di poter pubblicare una nuova raccolta ma dai toni decisamente più allegri.