1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È una vocazione. Ho sempre scritto fra temi, lettere (quando ancora si scriveva a mano), articoli giornalistici e poi poesie, pensieri, canzoni... Ogni emozione è buona perché nel momento in cui ci emozioniamo siamo per forza di cose autentici. Nel mio caso, trasformare in parole le emozioni e le intuizioni è un processo naturale. Negli ultimi anni, quasi sempre gli scritti poetici partono dall'estasi, dalla gioia per la bellezza, l'armonia, l'affetto, l'unità... I pensieri invece riguardano maggiormente il rapporto con la società, i valori e l'evoluzione dell'uomo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tantissimo perché è stato camminando nella realtà della Natura e della città di Roma che è nata spontaneamente questa raccolta di racconti poetici. È un insieme di visioni, sensazioni, considerazioni, studi storici condensati in una sorta di diario che abbraccia un arco temporale di circa un anno.
Un romanzo che è un percorso in divenire, in trasformazione che racchiude, proprio nella Parola, molteplici significati, che si serve del Simbolo per trarre la sua essenza. Questo è “Colori a mezzogiorno” l’opera del medico avellinese Andrea Santaniello, pubblicata dalla casa editrice BookSprint Edizioni e dunque disponibile nella duplice veste della brossura caracea e del libro elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me un piacere naturale che mi consente di esprimermi e di parlare agli altri. Nello stesso tempo, però, concepisco la scrittura come un atto creativo fondato sulla logica e proteso a sviluppare nuovi orizzonti conoscitivi. Ad esempio, dalla composizione di brani di storia, materia in cui mi cimento spesso, ho imparato molte cose. Faccio un esempio: traduco dal latino dieci manoscritti del '600. Da ogni testo, reso in italiano, apprendo qualcosa di importante. Assemblo i dieci punti cardini in un discorso unitario. Ma la nuova visione d'insieme mi ispira ulteriori concetti. In sostanza la scoperta e l'associazione, di idee sempre più raffinate e aggiornate, porta la mente a lavorare come un computer e a schiudersi di continuo alle innovazioni culturali. Scrivere è un bel gioco.
Torna in libreria Alessandro Carlomagno con un nuovo romanzo che parla dei giovani e del loro mondo. Il libro è pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni ed è fruibile nella consueta duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book. Le 188 pagine hanno una struttura simile a quella di un puzzle: i racconti che lo compongono trovano una cornice nel lavoro della protagonista, che unifica il tutto.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono il papà di Antonio e Samuel ed ho trentasette anni! Vivo a Castelluccio Inferiore (PZ) e faccio parte del club dei coniugati da undici anni, assieme a mia moglie Annafranca. La mia attività lavorativa primaria è quella di conducente d'autobus, tuttavia dedico alla scrittura frammenti della mia giornata, frastagliati ma intensi. Sono diventato scrittore, il giorno che ho cominciato a scrivere per gioco...
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non vi è un momento preciso del mio quotidiano ove ritaglio uno spazio alla mia scrittura. A volte, anzi spesso, prendo appunti qua e là. Scrivo con il pensiero costantemente. Il pragmatismo della stesura avviene all'opposto del disegno che cerco di imporre alla mia mente; spesso anche nella confusione domestica, quando i miei piccoli bimbi giocano con acuti decibel di schiamazzi, cucio i miei pensieri e dono loro la forma scritta.
Poesie e pensieri che parlano d’amore, di libertà, di felicità, di dolore. Versi che sono un grido di rabbia contro le avversità che quotidianamente l’essere umano affronta. Questo è il libro di Gennaro Castaldo “Frammenti – Viaggio di un’anima dall'origine al nulla”, pubblicato dalla giovane casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile sia nel formato cartaceo che in quello elettronico.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto ad Afragola, una cittadina al Nord di Napoli, qui risiedo attualmente. Sono molto legato alla mia città, infatti anche se qualche volta me ne sono allontanato, sentivo sempre forte in me il desiderio di ritornarci, per sentire gli odori, di vedere i colori, i luoghi nei quali riaffiorano i ricordi della fanciullezza.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ho una visione poliedrica della cultura, non consiglio mai un sol genere di libri. Un adolescente per me dovrebbe leggere di tutto: dai testi filosofici, storici, letterari, scientifici, ecc., se proprio dovessi consigliare una lettura, preferirei il "Don Chisciotte" di Cervantes.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è sinonimo di amore. L'emozioni sono tante, sono intense. Ho sempre scritto con il cuore non conosco altri mezzi per poterlo fare. Credo di dover dare i meriti a mia sorella Erika che fin da piccola mi ha sempre spronata nel leggere. Mi sono innamorata della lettura e subito dopo della scrittura.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ho riportato nel libro momenti di vita molto importanti per me. Momenti ed eventi che mi hanno cambiata profondamente. L'amore che mi porto dentro ha contribuito alla realizzazione di tutto questo.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho scelto di scrivere questa storia per non dimenticare. Ci sono amori che meritano di essere raccontanti.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Ho vissuto la mia infanzia a Parigi nato lì il 24/07/46 a otto anni vivevo insieme ai pittori nell'”Ile de la cité” al centro di Parigi. A dieci ero l'unico minorenne che abitava da solo in un albergo del sedicesimo circondario tutto pagato da un figlio di papà che fruttava le mie dote artistiche. Poi mi sono ribellato quando ho scoperto che lui vendeva le mie tele a suo nome come autore del dipinto e mi sono ritrovato nei guai.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
C'è ne sono tanti non so da dove iniziare comunque per rispondere devo prima tenere conto del cambiamento effettuato nella psiche d'un giovane di oggi in rapporto al nostro tempo. Tanto la fortuna citando un nome come Charles Dickens ma c'è ne tanti altri soltanto che questi racconti sono ancora attuali. A proposito consiglio non di leggere ma andare a vedere Dario Fò in “Francesco Giullare di Cristo”, ne vale la pena è un grande e presenta un capolavoro. Poi ai giovani che vogliono intraprendere la strada medica consiglio le memorie di Alexis Carrel un vero medico che sapeva capire anche chi non usava medicamenti ma arriva lo stesso al risultato.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un modo di esprimere idee, sentimenti e progetti dei quali si desidera far partecipare quanti siano disposti ad accettare questo tipo di letture.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Solamente il desiderio di dimostrare che con la costante applicazione e ricerca si può giungere a risultati concreti.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Provare che qualsiasi problema merita di essere approfondito per giungere ad una conclusione che sia dimostrativa di un asserto e non una semplice accettazione di un opinione, in quanto solo le prove possono dare giudizi precisi.