1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata, e crescita a Caltagirone un paese in provincia di Catania. Sono la prima di due figli, cresciuta insieme a mia nonna ed è grazie a lei che ho sviluppato l'amore per la lettura.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Per quanto riguarda i grandi classici, ad una ragazza consiglierei “Orgoglio e Pregiudizio”, di Jane Austen, secondo me uno dei libri più ricchi di significato e con un ottima morale. Ad un ragazzo, consiglierei "Il giornalino di Gian Burrasca", sempre un’ottima lettura per fare un po' di risate.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono vissuta in Sicilia fino alla Maturità Classica, dopodiché mi sono trasferita a Roma, dove ho preso la Laurea in Psicologia all' Università "La Sapienza". Sono sempre stata volenterosa e un po' avventuriera, oltre che determinata e coraggiosa: non a caso sono andata in America per fare di più per la mia vita e dove sono rimasta per tre anni e mezzo... anche se ci vuole a volte più coraggio a rimanere! Era da parecchio che volevo scrivere un libro, ma ho sempre rimandato perché certe cose volevo gettarmele alle spalle, finché tra le positive osservazioni su come scrivo le relazioni in comunità e una mia elaborazione su certe tematiche mi sono decisa. Inoltre già da prima scrivevo delle poesie.
Una biografia che scava a fondo nella vita dell’autrice, Tania Tomasello, che si racconta a pieno nel suo libro “Io e l’America”, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile nella duplice veste cartacea e elettronica. L’autrice rievoca nelle pagine del libro una parte della sua esistenza e della difficile riconquista della serenità dopo una buia parentesi segnata dalla malattia mentale.
"Un sogno chiamato speranza", è il libro nato dalla penna malinconica e riflessiva di Paola Di Pea, pubblicato dalla casa editrice Book Sprint Edizioni. Il volume è una silloge piena di emozioni, bella e realistica, che racconta aspetti della vita che ciascuno di noi ha vissuto, o personalmente o tramite i racconti di vita altrui.
Dall'esperienza diretta ad un manuale per operare con il cavallo in campo sociale. Nasce così "Incontrare il diverso – Prontuario di indicazioni teorico pratiche per operare con il cavallo in campo sociale" di Bruno Brughera. Il volume, pubblicato dalla giovane casa editrici di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, è finalmente disponibile nel classico formato della brochure cartacea.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Lugano, in Svizzera. Fin da piccolo ho potuto vivere a sprazzi anche la vita di paese in montagna, a contatto con la realtà rurale, con una forte spinta verso la terra, gli animali, la natura in genere. Dopo l'adolescenza , nei primi anni da ventenne, ho iniziato ad avere problemi agli occhi. Nel corso degli anni malgrado questi problemi, ho avuto modo di fare diverse esperienze come terzo mondista in sud e centro America per conto proprio e lavorando soprattutto nel sociale a casa mia. Malgrado la disgrazia di vivere con dolori quotidiani agli occhi, questi, mi hanno sempre dato l'opportunità di cambiare e intraprendere nuove strade ed è proprio con l'ultimo stop che mi sono reinventato un nuovo percorso professionale creando con tre amici un’associazione per offrire opportunità a livello sociale con i cavalli a chi ne facesse richiesta, da bambini, adolescenti persone con handicap ecc.
La giovane autrice veneta Laura Nalesso, esordisce nel mondo dell’editoria con il libro “Il pendolo silente”, una raccolta di racconti gotici e di poesie. Il volume (108 pagine) è pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, ed è disponibile come di consueto nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non ho mai pensato di diventare scrittrice. Le cose accadono nella vita senza che le controlli. Ho scritto, ma non so se sarò mai scrittrice.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina il pomeriggio, la sera... e la notte, quando i pensieri incespicano come passi tra i rovi.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Charles Baudelaire. Nessuno è più contemporaneo.
4. Perché è nata la sua opera?
Per dare una forma alla malinconia? Per congelare la nebbia? Per cristallizzare le fiamme in uno specchio ardente? Non lo so. Se lo sapessi forse non l'avrei scritta.
In una sera come tante Linda e Marco decidono di andare a teatro con l’autobus. Ma il mezzo su cui sale Linda è quello sbagliato: l’autobus è stato rubato da due malintenzionati che vogliono abusare di lei. Questo è l’avvincente l’inizio de “L’autobus sbagliato”, libro nato dalla penna di Enrica Cortenova e pubblicato sia in formato cartaceo che in quello elettronico, dalla casa editrice BookSprint Edizioni.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è come parlare, con la differenza che posso inventarmi delle cose, delle situazioni e i miei interlocutori non mi interrompono sino alla fine, momento in cui hanno facoltà di esprimere ciò che pensano. Ma soprattutto è poter concretizzare la mia fantasia e quando ci riesco, scrivendo appunto, provo un appagante senso di quiete e di accrescimento non solo rivolto a me stessa ma anche a chi ha voglia di leggermi.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Poche cose, essendo un giallo, ma credo che, soprattutto per gli scrittori in erba, alcuni aspetti della propria vita entrino spontaneamente nella stesura del proprio lavoro.