1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma, ventisei anni fa e credo che nell'arco dei miei anni, ho vissuto una vita molto intensa, sicuramente non banale e noiosa. Ho cominciato, sin dalla mia tenera età a scrivere, non romanzi, non commedie, ma sulla vita quotidiana e su quella degli altri, cercando di capire come era vissuta, se secondo me era giusta, insomma cercavo di analizzare ogni rapporto umano, partendo dalla mia famiglia. In seguito ho proseguito i miei studi, ma soprattutto ho cercato di studiare la vita, la realtà, cosi com'era. La mia adolescenza è stata frenetica ed esorbitante, per qualche anno è stata incosciente e spudorata, quasi irriconoscibile rispetto alla mia persona; ma anche di quegli anni ho fatto tesoro delle mie esperienze, utili per capire la mente umana. Questa è la mia passione, la mia giornata e proprio questa passione mi accompagna sempre durante i miei giorni, dalla mattina quando mi sveglio fino alla sera quando mi addormento.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Firenze, ma i miei genitori vivevano già a Milano dove si sono trasferiti con i miei fratelli per esigenze lavorative. Mio papà all’epoca viaggiava molto e mia mamma a Milano non aveva nessun familiare, perciò, dal momento che la sua terza gravidanza risultò parecchio complicata, decise di tornare a Firenze dove poteva essere aiutata e assistita dai suoi genitori. La versione ufficiale però è che sono nata a Firenze per “par condicio”.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Agli adolescenti consiglierei di leggere e basta. Credo sia rischioso “imporre” loro una lettura, perché anziché far nascere l’amore verso i libri, si potrebbe generare una sorta di “repulsione”. È importantissimo che i ragazzi leggano, ma lo è altresì che scelgano loro il genere e l’autore. Per questo la scuola può essere molto utile, perché durante l’anno nel programma di italiano si studiano vari generi letterari e ci si può fare un’idea dei propri gusti. È fondamentale stimolare la loro curiosità e la loro voglia di scoprire, conoscere e sperimentare.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
In generale mi reputo una “donna digitale”, ma non quando si tratta di libri! Per me la definizione di libro include l’aggettivo cartaceo: il profumo della carta è inebriante e non ho mai letto un e-book. Quando mi è capitato di affrontare l’argomento ho notato che spesso il motivo per il quale si sceglie il digitale al posto del cartaceo, è l’ingombro che questi hanno. I libri non si buttano, perciò a casa nostra abbiamo adottato un sistema di “smaltimento”: su un apposito tavolino riponiamo quelli che abbiamo già letto e che non abbiamo interesse a conservare. Quando qualcuno viene da noi ormai sa che può attingere da quel tavolo e prendere tutti i libri che vuole. È un sistema che funziona bene!
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non mi reputo una scrittrice e mai ho desiderato diventarlo. Ho fatto il liceo Classico e il primo anno sono stata addirittura rimandata anche in italiano; nonostante ciò, con il passare degli anni mi sono accorta che scrivere è una delle poche cose che mi riesce naturale fare. In qualsiasi ambito, sia esso lavorativo o no, spesso mi sentivo dire “scrivilo tu, che sei brava!”
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Credo che la vita mi abbia regalato una storia da raccontare e farlo ha rappresentato per me il mezzo per dare senso agli anni più travagliati della mia vita.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, cioè la resilienza, tanto in voga ai giorni nostri, non è un potere che hanno i supereroi, ma chiunque può trovarla dentro di sé, persino una Mustanga!
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho cominciato a mettere per iscritto tutto quello che avevo vissuto negli ultimi anni, comprese alcune pagine di diario dedicate a mio figlio appena nato. Credo di averlo fatto perché mi sentivo pronta a rivivere alcune emozioni e a descriverle con uno sguardo più distaccato e meno coinvolto. Dopo neanche un mese ho terminato il mio manoscritto e mi sono resa conto che quello che avevo cominciato a raccontare a me stessa sarebbe potuto diventare un libro anche per gli altri.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Il mio libro è nato da un abbraccio dato ad un’amica e dalla sua immensa gratitudine per esserle stata accanto quando ne aveva bisogno.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ero consapevole del fatto che stessi scrivendo un libro e questo forse ha reso il tutto più semplice: non dovevo nemmeno pensare a cosa scrivere perché mi veniva tutto molto naturale.
10. Il suo autore del passato preferito?
Ho amato tantissimo i “Promessi sposi”. Quando ero una liceale affrontavo con facilità Dostoevskij, Pirandello, Leopardi e Verga, ma adesso prediligo gli autori contemporanei.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come ho già detto, sono una sostenitrice del libro cartaceo, però l’audiolibro, rispetto all’e-book, è meno asettico. Il suono delle parole, la cadenza, l’intonazione possono conferirgli qualcosa di unico e particolare, ma occorre essere preparati per farlo, un po’ come i doppiatori di una pellicola cinematografica!
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono Alessio Silo, studente universitario, nato a Isola del Liri il 18 luglio 1990 e vivo a Monte San Giovanni Campano, uno dei borghi più suggestivi della Ciociaria.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Penso che sia un adattamento al progresso, ma penso anche un e-book non potrà mai sostituire un libro cartaceo. Sono due linee completamente diverse.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta a Bologna ma sono di origini venete, i miei sono di Padova e Mestre. Attualmente vivo fuori Bologna vicina alla natura che amo profondamente e da dove traggo energia e pace, per come sono non la troverei in città, amo vivere tranquilla, defilata dalla confusione circondata dal verde e dai miei gatti, amo gli animali e devo trattenermi potendo ne avrei la casa piena, io li definisco angeli con il pelo al posto delle piume.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non mi sento in proposito di consigliare un titolo preciso o un autore, ma mi sento di dire che ritengo molto utile per l'evoluzione dell'anima e l'apertura del cuore leggere libri di sensibilizzazione su temi come la spiritualità vera, l'amore per il nostro pianeta e gli animali, letture insomma che aprano il cuore e facciano entrare in empatia con il tutto la persona che legge. Sensibilizzare i giovani a tal proposito è un passo fondamentale, soprattutto in questo momento storico ed evolutivo dove si tenta di spersonalizzare tutto e tutti, togliendo speranze e buoni principi.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Renato Carvelli, vengo da Crotone, una provincia della Calabria situata su Mar Ionio. Sono cresciuto a Scandale, un paesino collinare a 20 kilometri da Crotone, dove da quasi 30 anni mi sono definitivamente trasferito sia perché ho conosciuto la mia compagna del luogo e sia per le opportunità lavorative. Da ragazzo ho sempre lavorato e lavoro nel campo della ristorazione. Fin da giovane ho sempre scritto e scrivo saggi, poesie e testi musicali, vista anche la mia passione per la musica, e molti di questi testi sono stati anche e incisi e musicati da mio fratello Gianni. Ho deciso di intraprendere la stesura del mio libro circa due anni fa perché sentivo l'esigenza di esplicare ciò che è stata ed è la mia passione primaria, la ricerca della verità.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Prettamente nel primo pomeriggio, prima di andare a lavoro e poi alla sera tardi, perché con la quiete serale ho modo di essere più concentrato.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Abito in provincia di Ravenna. Parlare della mia vita non è facile perché dal 1999 ho avuto tanti dolori, tante perdite, troppe, davvero troppe ingiustizie.Aziende espropriate, distrutte perché andavano bene, non come si tende erroneamente a credere, che se uno perde l'attività è perchè c'è la crisi o perchè era in perdita. L'esatto contrario invece, che ora si espande a macchia d'olio purtroppo e nessuno fa ancora niente, nonostante le numerosissime rimostranze che ho fatto personalmente. Diciamo che scrivere mi è stato di aiuto a pensare meno e ad avere più fiducia in me stessa.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito nel pomeriggio.
Donatella Sogliani Fomia, regala ai lettori pagine intese e di grande valore nelle quali si intrecciano storie d’amore e d’amicizia. “Il fiore della passione” è il racconto che pubblica con la casa editrice BookSprint Edizioni che è godibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che nella moderna versione dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me il modo di esprimermi in cui mi sento più a mio agio; è dare corpo ai miei sentimenti, alle mie emozioni, alle mie convinzioni; è riflettere sulla realtà, rappresentarla, interpretarla, ma è anche talvolta lasciare libera la fantasia di galoppare in dimensioni virtuali; a volte è costruire un mosaico di realtà diverse che divengono, alla fine, un racconto di fantasia. Scrivere per me è descrivere, è ricordare, è capire, è creare, è commuoversi, è dare un senso alle cose, è dare voci ai silenzi, è trovare momenti di poesia. Scrivere è essere veramente me stessa.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Non poco. Devo dire che il personaggio principale del libro, Laura, mi assomiglia molto, e tutta la parte del racconto che concerne sia la natura e gli animali (che io amo e rispetto profondamente), sia la storia del mondo del lavoro nel quale la mia protagonista si muove, è fondamentalmente autobiografica.
Matteo Candido è un autore che ha già collaudato la professionalità della casa editrice BookSprint Edizioni; dalla sua applicazione in campo narrativo, sono nate dal 2013 ad oggi, numerose pubblicazioni. L’ultima è “Rendiconto” un delizioso libretto di appena quaranta pagine.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato il 23 Agosto del 1999 a San Giorgio a Cremano, una città in provincia di Napoli. Fin da piccolo ho sempre dimostrato un interesse particolare verso la scrittura, cimentandomi praticamente dall'età di soli sei anni in piccoli racconti e storielle. Crescendo mi sono reso conto che la scrittura sia diventata un elemento imprescindibile della mia vita, qualcosa di unico e raro, per cui mi sento fortunato. A pochi succede di sviluppare questo legame con le lettere, con i libri e con quella che io preferisco definire "arte" e sentirmi parte di questi "pochi" mi riempie d'orgoglio e mi dà ogni giorno la forza per andare sempre avanti, senza mai fermarmi.