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Lunedì, 27 Luglio 2015 12:11

Intervista all'autore - Tommaso Tommasi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto? Ho cominciato a scrivere poesie a vent'anni, nel '7o. Da allora la mia penna non si è fermata più. Quello che mettevo sulla carta veniva da lontano. Il momento più bello è quando le parole mi arrivano quasi spingendosi a vicenda. Ecco perché non riesco a fare a meno di comunicare alla carta quello che la mia mente mette in moto. Dalle poesie al racconto il passo è breve. Infatti, se le poesie erano spesso dei racconti, i racconti sono come poesie.
Lunedì, 27 Luglio 2015 10:37

Intervista all'autore - Valentina Fontan

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? È il mezzo con cui dare vita ai miei pensieri, alle mie idee e ai miei personaggi immaginari, che per quanto siano fittizi, prendono spunto dalla mia realtà quotidiana. 2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro? La mia passione per l'oscurità. Non a caso il libro viene principalmente narrato dal punto di vista del popolo degli stregoni neri che vivono nel loro regno buio e tetro, ma allo stesso tempo così affascinante. Anche la presenza dei colori nero e viola scuro, i miei colori preferiti, rappresentato questo mio punto di vista.
Sabato, 25 Luglio 2015 13:01

Intervista all'autore - Mauro Baldassini

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nato in Italia, ma a pochi mesi di vita la mia famiglia si è trasferita in Venezuela, dove mio padre, medico, ha fatto il malariologo e l'epidemiologo. Per questo motivo sono diventato venezuelano a tutti gli effetti, non come un abitante delle città, ma vivendo sempre in ambienti rurali, tra le Ande, il "llano". In questi luogo, mio padre è stato trasferito per combattere una epidemia di febbre gialla, un focolaio di malaria, di malnutrizione infantile e altre pesti tropicali. Solo a venti anni sono tornato a vivere in Italia, a Roma, dove ho studiato e mi sono laureato in medicina. Ho poi lavorato come medico ospedaliero, sempre a Roma, per trentacinque anni. Ma non ho mai interrotto i miei rapporti con l'America Latina, tanto che la mia prima moglie è stata una brasiliana. Per lavoro e per tradizione di famiglia, sono stato consulente di un ordine religioso ospedaliero con ospedali in terre di missione nel terzo mondo, e ho avuto occasione di fare frequenti viaggi in Sud America, Africa e Medio Oriente. Ora, da pensionato, scrivo delle cose che mi sono successe o che ho visto durante questi miei trasferimenti. Solo da qualche anno vivo in provincia e passo il mio tempo a raccontare di queste cose.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?Sono nata a Corato, una cittadina dell'entroterra Barese. Lì sono rimasta fino all'età di 19 anni, quando, finita la maturità classica, dopo perplessità e dubbi su ciò che sarei voluta diventare, ho deciso di partire alla volta di Roma per entrare all'ISEF. A propendere per quella decisione hanno giocato un ruolo importante l'attitudine per lo sport, il consiglio di una persona autorevole che, un giorno, vista la mia indecisione nella scelta, mi ha detto: “Scegli la strada che ti convince meno, così da persona responsabile quale sei, la percorrerai impegnandoti al massimo e nello stesso tempo non trascurerai le altre” (parlava della scrittura, del disegno ecc.)! Ma , soprattutto, l'amore. Da quei tempi risiedo a Roma, insegno Scienze Motorie in un liceo della capitale, sono sposata da 34 anni con lo stesso uomo e ho due figlie. 
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nata in Calabria e. precisamente a Cosenza, una bella e piccola città, nel lontano 1939. Ci conoscevamo tutti! All'epoca per me era molto importante avere parenti ed amici sempre molto vicini e presenti... Avevo perso mio padre il 31 maggio del 1942 stroncato da un male incurabile (il cancro dei fumatori). Io avevo solo tre anni e cinque mesi: questo dolore mi è rimasto sempre dentro rodendomi l'animo come un tarlo cattivo. Mio fratello aveva quasi sei anni, mia mamma, una donna meravigliosa, ci ha fatto sempre sentire come ovattati e protetti dal suo grande amore. La seconda guerra mondiale sarebbe finita più o meno dopo un anno e mezzo! Io non posso dire che la guerra ci abbia fatto soffrire.... ero molto piccola. Eravamo andati ad abitare dalla nonna di mia madre che accolse tutti i pronipoti nella sua grande casa con un bel giardino pieno di alberi da frutta.
Venerdì, 24 Luglio 2015 14:53

Intervista all'autore - Claudio Pelella

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Vengo da Nola (NA) e a 10 anni ho iniziato a scrivere poesie ho partecipato a vari concorsi ottenendo buoni risultati: • 1982: 1° Premio al concorso di “Pittura Estemporanea indetto dal Circolo Culturale "M. De Sena" Nola; • 1985: 1° Premio di Poesia “Giordano Bruno” seconda edizione – Distretto scolastico di Nola; • 1986 Premio Speciale della Giuria alla terza edizione del “Premio di Poesia Montesacro” di Roma; • 1987: 1° Premio di Poesia “Giordano Bruno” terza edizione – Distretto scolastico di Nola; • 1987: 1° Premio di Narrativa “Giordano Bruno” terza edizione – Distretto scolastico di Nola.
Venerdì, 24 Luglio 2015 10:27

Intervista all'autore - Marialuisa Anderlini

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nata a Firenze dove ho abitato fino al 1962 e la mia città è ancora nel mio cuore. Sono figlia unica e in famiglia dove gli anziani erano curati ed amati, non ho avuto mai bambini con cui giocare. Le guerre hanno rubato infanzia, adolescenza e gioventù, finché nel 1950 ho iniziato a frequentare l'Università di Firenze e poi mi sono laureata in Medicina e chirurgia con successo. I miei ricordi sono ancora sconvolti dalla visione in diretta dall'esplosione dei bellissimi ponti e dalle distruzioni provocate dalla guerra nella mia città. Sono immagini incancellabili. Sono stata dieci anni in Clinica Chirurgica e ancora dieci in Neurochirurgia. Purtroppo nel ’78 ho dovuto lasciare con grande rimpianto il mio lavoro di medico per prendermi cura dei quattro figli e della famiglia. Da allora spesso annotavo impressioni e fatti del quotidiano in fogli sparsi e mai riordinati, tanto per non dimenticare. Nel ritrovare questi scritti, li ho presi in considerazione tornando indietro e così ho pensato di occupare il tempo libero della tarda età, ormai poco utile alle famiglie dei figli, scrivendo qualcosa che restasse per far conoscere ai nipoti il mio passato, la figura di un grande nonno che non c'è più e il ’900 fiorentino.
Giovedì, 23 Luglio 2015 16:08

Intervista all'autore - Sabrina Rosa

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Piuttosto che usare il termine "emozioni" io mi soffermerei sulla parola "emozione" al singolare. Quando scrivo sono inebriata da una forte emozione. Le parole sono dipinti ricchi di emozione. È l'emozione che mi spinge a scrivere e allo stesso tempo è l'emozione che colora e riempie, tinge ciò che io scrivo tanto che poi sono le stesse parole a farmi emozionare. Per me scrivere è aprire il mio cuore e lasciare che ciò che c'è dentro esca e si tramuti in parole...per me scrivere è raggiungere la felicità infinita...quando scrivo sto davvero bene. Le parole sono ciò in cui mi rispecchio...si rispecchia la mia anima.
Giovedì, 23 Luglio 2015 15:32

Intervista all'autore - Leonardo De Maio

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nato a Sarzana ed ho vissuto a La Spezia per diversi anni. Ricordo con molta intensità le parole della mia maestra delle Scuole Elementari che non mancava mai di ripetermi che io non sarei mai riuscito a concludere niente di buono nella mia vita, forse avrei potuto pulire i bagni della stazione… Invece mi sono diplomato con buoni voti, ho preso un diploma sanitario e un diploma di tecnico ottico. Ho deciso di scrivere per esprimere ciò che sento per un ricatto sociale, una sfida!
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Per me scrivere vuol dire fermare il tempo per poterlo riprendere di tanto in tanto. Mentre scrivo sento come un fiume che scorre veloce e che non riesco a fermare. Scrivere su una tastiera mi aiuta a non perdere i pensieri (vado più veloce) ciò succede, invece, se uso la penna. Se l'argomento mi interessa in modo particolare sarei capace di scrivere per ore, anche 12 pagine senza fermarmi. Sono felice senza orgoglio ma come leggessi di un'altra persona. Emozioni? Mi domando perché tante emozioni non sono così comuni o, per lo meno, perché tanti hanno paura di esprimerle? Ciò indipendentemente da una pubblicazione. Mentre scrivo trovo affascinante scoprire che, in quel “sacco” delle conoscenze acquisite o innate, c'era tanto che era in attesa di venire a galla.

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