L’autore nasce nel 1940, in Puglia, quando il padre è al fronte e di lì a poco sarà catturato e tenuto prigioniero per 6 anni. La famiglia Rasciale attraversa l’Italia in cerca della salvezza, risalendo la Penisola travolta dalla guerra.
«Ho cercato di mettere insieme tutti i miei ricordi, soprattutto per fare un atto di ringraziamento verso mia madre, per i sacrifici che aveva fatto per me», spiega l’autore. «Ma studiando gli avvenimenti di quel periodo, mi è comparsa davanti tutta una generazione di donne che si sono fatte in quattro, come si era fatta in quattro mia madre, per fare sopravvivere i propri figli. Queste donne hanno tirato avanti la famiglia, sono state padre e madre contemporaneamente, hanno allevato i figli, gli hanno dato un’educazione, li hanno portati alle soglie della vita. Il mio libro si chiama “Atto dovuto” proprio per questo. È un atto di riconoscenza verso queste donne».
La guerra agguanta gli uomini e li lancia contro le mitragliatrici, lasciando le proprie giovani compagne da sole, con l’angoscia di un ritorno che forse non ci sarà, con lo sguardo di un figlio innocente che chiede perché.
«Il destino, ancora una volta, aveva deciso che sarebbero state le donne le artefici della sopravvivenza di una intera generazione e della ricostruzione dei relitti umani che le guerre, ineffabili, restituivano loro.
Nessuno mai appunterà una medaglia sui loro petti. Nessuno mai ha sentito le loro angosce che crescevano laceranti nei silenzi notturni. Poi, al mattino, offrivano la magia di un viso dolce e rassicurante, da sfoggiare all’inizio del nuovo giorno, della nuova sfida Per donarsi ancora una volta altri, discrete come una preghiera. Che siate benedette. Sempre».
Nelle stanze del Museo d’Arte Moderna e contemporanea, ci sarà l’occasione di rivivere una pagina di storia che ha segnato una nazione, e che nessuno, soprattutto chi non c’era, può pensare di dimenticare.