L'opera, che ripercorre in 128 pagine la storia di un divorzio con gli occhi di un bambino, figlio della coppia in crisi, ha il grande pregio di affrontare con comicità e ironia una situazione sempre più comune e conflittuale nelle famiglie del duemila.
Adamo vive a Recanati e ha solo otto anni, ma a quell'età i primi segnali di crisi di una famiglia si intravedono già, anche se la sua semplicità lo porta a non preoccuparsi marcatamente di ciò che gli sta succedendo intorno. Adamo ha un rapporto di odio/amore per il tasso che si trova nei giardini pubblici nei pressi della sua casetta. Salito sui suoi rami per godersi la vista dell'orizzonte e del suo paesino d'origine, si ritrova a mangiarne le bacche, che sono velenosissime. Per sua fortuna, l'unica conseguenza di questo atto avventato è un'allucinazione. In pochi secondi gli compare, dinanzi agli occhi, una vacca, tranquilla e beata, che rende lo scenario conflittuale più sereno e tranquillo.
La visione dell'animale, giorno dopo giorno, lo aiuterà ad affrontare con un animo più rasserenato e mansueto la situazione in casa, senza giudicare, accettando come una fatalità gli eventi, ma mitigando gli aspetti dolorosi della separazione e trasformando una disgrazia in un'avventura divertente e fantastica, al confine tra realtà e allucinazione. La sua calma e la sua capacità di adattarsi alla solitudine gli daranno le chiavi giuste per superare gli ostacoli e ritrovarsi nella vita adulta con un animo ancora da sognatore incallito, ma più radicato nell'importante delle relazioni e dei sentimenti che scaturiscono dai rapporti umani.
Adrián N. Bravi è nato a San Fernando, provincia di Buenos Aires, in Argentina, nel 1963. La sua famiglia è di origini italiane e all'età di vent'anni si trasferisce a Recanati, dove intraprende la vita da bibliotecario. "L'albero e la vacca" non è la sua prima pubblicazione, anticipata da romanzi e scritti che spesso hanno incontrato il piacere e il plauso di critica e pubblico, ma in quest'opera emerge con forza la sua capacità di esprimere con ironia e comicità elementi tutt'altro che allegri. I suoi personaggi sono perciò il frutto della quotidianità, delle cose semplici, e l'autore spera che questa semplicità sia la chiave giusta per essere il trionfatore nella serata finale del del "Premio David di Donatello" del 10 giugno.