Si potrebbe ipotizzare sia un libro biografico, se si pensa che Luisa Cappuccio è oggi ex docente in pensione, ma questo romanzo è molto di più. Andando oltre i soliti luoghi comuni e le dicerie sugli ambienti scolastici, l'autrice affronta il tema della scuola da un punto di vista diverso, ricostruendo, con Margherita, relazioni e legami tra le persone che giorno dopo giorno la vivono e la custodiscono. Ne emerge così un romanzo vivace e psicologico, fatto di emozioni e di ricordi, di parole non dette ma mai dimenticate, che ritornano costantemente nella mente della protagonista, durante la sua prima crociera da pensionata nei mari del nord.
L'incontro con Livia, la studentessa dai capelli rossi, le domande su Salvatore, l'amore lontano, il pallido sole del mattino, che inaugura le belle giornate, sono tutti elementi di un'opera dal grande impatto emotivo, che sa unire con sagacia tutti i puntini della storia, dal secondo dopoguerra al sessantotto, fino ai giorni nostri, fatti di crisi economica, crisi dei valori e crisi d'identità. Un presente complicato, figlio di un passato turbolento, che però dà ancora spazio alla speranza. La speranza di ricostruire, nel futuro, un rapporto, di chiudere un cerchio, di ritrovare l'amore. Perché è questo quello che Margherita ancora cerca ed è questo che i suoi occhi attenti e vispi sperano di scorgere tra le righe "mute" di una cartolina.
Luisa Cappuccio è romana di nascita e, dopo quarantuno anni di insegnamento e diversi laboratori di scrittura creativa condotti, si gode oggi la sopraggiunta pensione. Ha già pubblicato diverse opere, tra cui raccolte di poesie e liriche, che le sono valsi diversi premi e nomine, ma "Margherita e i banchi di scuola" è il suo primo romanzo, frutto di una crescita e di una maturazione personale che l'hanno portata a cercare di vedere il bello anche quando è nascosto. E spera che questa maturazione la conduca, vittoriosa, nella serata del 10 giugno dedicata al "Premio David di Donatello".