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05 Giu
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Digital lending: cosa è e a che punto siamo

Digital lending: cosa è e a che punto siamo © Photobank kiev

Il prestito digitale è ancora in fase embrionale, ma la sua crescita esponenziale nell’ultimo triennio fa ben sperare per un futuro florido in questo settore

Nell’epoca della globalizzazione, spopolano anche nel mondo dell’editoria nostrana i termini anglosassoni di ebook, eReader, tablet e così via. Ma ce n’è uno il cui significato è poco chiaro: cerchiamo di capirci qualcosa di più. Stiamo parlando del digital lending, ovvero del prestito digitale.

Esso consiste in un vero e proprio prestito di materiale audio, video, dati o misto in formato digitale. Restringendo il campo, il digital lending è il prestito degli ebook agli utenti per un periodo di tempo limitato. Il servizio di prestito permette ai lettori di scegliere, da una piattaforma digitale contenente libri e molto altro, l’ebook che si vuole leggere e di scaricarlo sul proprio dispositivo di lettura (prestito da remoto e non necessariamente andando in biblioteca). Tramite dei DRM contenuti in questa pubblicazione, lo stesso ebook si auto-cancellerà dalla memoria dopo il periodo di tempo concordato in fase di prestito.
In pratica, si tratta di un vero e proprio servizio di prestito nel campo digitale, che oggi sta chiedendo più spazio anche nelle biblioteche italiane a causa del boom dei libri elettronici. Tra le biblioteche che garantiscono questo servizio e gli utenti si interpone un terzo soggetto, privato, che ha il compito di predisporre l’offerta economica per la biblioteca, di organizzare il programma che permette il prestito e di negoziare i diritti con la casa editrice. Attualmente, in Italia, la situazione non è delle peggiori per quanto riguarda il prestito digitale. Secondo gli ultimi dati esposti da MLOL (Media Library OnLine) durante il Salone del Libro di Torino, il 44% delle biblioteche del BelPaese offre ebook in prestito. Cifra irrisoria se si guarda al 100% svedese o al 71% britannico, ma dato più che positivo se si fa il raffronto con Germania (16%), Francia (4%) e Spagna e Olanda (meno dell’1%).
La situazione è, comunque, in mutamento, grazie alle nuove linee guide imposte in materia dall’IFLA (la principale organizzazione internazionale e indipendente di biblioteche), la quale ha chiesto alle biblioteche stesse di garantire l’accesso alla conoscenza, anche digitale, per indebolire ulteriormente il “famoso” digital divide.
Sempre stando al rapporto MLOL, si evince anche un vero e proprio incremento del numero di consultazioni a partita dal 2010. Si è partiti da un numero di prestiti inferiore ai 200mila, per arrivare alla stima del 2013 che parla di quasi due milioni di consultazioni per tutti i media (1000% in più in soli tre anni). Ma mentre le biblioteche sembrano lanciarsi sul prestito digitale, sono più restii gli editori, che preferiscono ancora il modello cartaceo di prestito, forse perché considerano le prime partner non ancora del tutto affidabili e soprattutto per paura di eventuali atti di pirateria, che andrebbero a colpire un mercato già particolarmente in difficoltà.
Il dibattito tra editori, scrittori emergenti e non, lettori e bibliotecari resta dunque aperto ed è lungi dal trovare una soluzione che permetta la piena commercializzazione di tutta l’offerta di ebook, ma la strada intrapresa sembra quella giusta e la speranza è che, almeno nel campo del digital lending, l’Italia non sia il fanalino di coda dell’Unione Europea.

 

 

Mercoledì, 05 Giugno 2013 | di @Dario D’Auriente

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