Nel Partito del Libro, si accusa il film di essere poco fedele alla carta, troppo semplicistico in determinati passaggi, troppo spietato per aver osato tagliarne altri. Nel Partito del Film, quelli che hanno letto il libro – di solito non tantissimi – acclamano il grande schermo come dispensatore di nuova fama per la storia tanto amata.
Per la verità, nessun regista si sognerebbe di acquistare il volume in testa alla classifica degli ultimi libri usciti per usarlo come copione del proprio film. Ne verrebbe fuori una pellicola di dimensioni epiche. La trasposizione dal linguaggio scritto a quello cinematografico implica un ripensamento dello stile, con scelte anche dolorose. Con l’inchiostro posso viaggiare nel tempo e nello spazio, far atterrare un’armata di astronavi aliene oppure far esplodere la Terra, e posso farlo a costo zero. La questione cambia totalmente per la pellicola, dove una sola di queste scene costerebbe un occhio. Senza contare che per entrare nelle sale si deve per forza tagliare qualcosa.
Meglio puntare su nuovi scrittori, scrittori emergenti, che hanno pubblicato con una piccola casa editrice, in maniera da rendere anche “più economico”, l’aspetto relativo alla gestione dei diritti d’autore, costo questo che, con un autore famoso, ben addentrato nel mestiere di pubblicare libri, rischierebbe di lievitare notevolmente, togliendo budget, magari, ad ambientazioni e costumi.
Un film totalmente fedele al libro, anche in quest’ultimo caso, sarebbe un sicuro fallimento. Per essere realmente fedeli occorre tradire la lettera. Si tratta di indovinare la formula giusta: questione di poche gocce. Ma se l’alchimia riesce, il film farà da volano per la popolarità del libro.
Per un giovane scrittore emergente non c’è ascensore più veloce per il successo.