“Strappa le pagine, trattalo male […] prendi un pennarello, sporcalo. Sottolinea le frasi che tracciano un percorso sotterraneo di pensieri, che ti suscitano cose forti, cose tue”. Con queste parole Margaret Mazzantini affida al marito, Sergio Castellitto, la trasposizione cinematografica del suo libro, Non ti Muovere.
Il film esce nelle sale nel 2004, dopo due anni dalla pubblicazione del romanzo, considerato un vero gioiello dall’editoria mondiale e celebrato con l’assegnazione del prestigioso Premio Strega nel 2002.
Il Libro-Inchiesta di Roberto Saviano divenuto fiction per raccontare il Sistema
«L'occhio antropologico di Garrone non ha permesso quello che per me sarebbe stata una sconfitta, cioè di rendere incredibilmente interessanti dei personaggi per il solo fatto che questi personaggi militavano in certe organizzazioni».
Le parole più intense su questo film arrivano direttamente dall’autore del libro da cui è tratto: Roberto Saviano, scrittore e giornalista italiano. Saviano scrive “Gomorra-Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra” nel 2006, spiazzando il mondo dell’editoria e della critica letteraria, ma soprattutto suscitando immediate reazioni in ogni strato della società italiana, dal lettore popolare alle alte cariche dello Stato.
«Meglio il libro o il film?» è questo uno dei grandi dilemmi che si affollano all’uscita dei cinema (o alla fine della proiezione in streaming…).
Meglio il libro perché è più completo e introspettivo.
Meglio il film, perché c’è più movimento e più narrazione.
Quale che sia il risultato, nessuno dei due partiti riesce a spuntarla con uno stacco tale da chiudere la questione.
“[...] Solo Visconti, comunista e aristocratico, poteva con tanta sottigliezza dosare il grado di scetticismo e di poetica nostalgia del principe di fronte alle questioni sociali e politiche dell'epoca [...]. E' il film di Visconti più equilibrato, più misurato, più puro e più accurato [...]”. (Alberto Moravia, "L'Espresso", 7/4/1963). Con queste autorevoli parole, la critica descrive l’abile trasposizione cinematografica di uno dei grandi capolavori della letteratura italiana di tutti i tempi: Il Gattopardo.