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30 Apr
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La Chick Lit, la letteratura per giovani donne

La Chick Lit, la letteratura per giovani donne © Andres Rodriguez

Una donna giovane, single e in carriera. È questo il perfetto identikit della lettrice cui si rivolge la chick lit, la cosiddetta letteratura per “pollastrelle”. La chick literature si afferma prevalentemente negli anni ’90 e sono soprattutto alcune scrittici americane e britanniche a far crescere questo genere letterario e a portarlo al successo. Debitrice del più classico genere del romanzo rosa, la chick lit ne differisce per il taglio più umoristico che conferisce alle sue storie.

Protagoniste dei romanzi sono quasi sempre donne dinamiche, alla moda, tra i venti e i quaranta anni che vivono in grandi metropoli, come Londra o New York, e che lavorano nei settori della moda, dell’editoria, della finanza e della pubblicità. Donne che le scrittrici immaginano pensando a se stesse a alle lettrici. Ed è proprio l’identificazione tra le protagoniste, da una parte, e la scrittrice e le sue lettrici, dall’altra, a diventare uno degli ingredienti di successo per queste storie.
Le scrittrici conoscono molto bene il mondo che raccontano e scrivere queste storie è un po’ come raccontare le loro stesse vite. Ma l’identificazione non è l’unico aspetto su cui puntare per giungere al successo e le scrittrici lo sanno bene. Altri elementi che non possono mancare sono lo svolgimento della storia pieno di ostacoli e di dilemmi morali, che la protagonista si trova ad affrontare, e l’immancabile happy ending. Antesignana del genere è stata Helen Fielding, la scrittrice di “Il diario di Bridget Jones” che ha fatto registrare grandi vendite e ha vendicato le tante donne “anatroccolo” che si sentono derise dalla vita. A seguire è arrivato “Sex and the city” di Candace Bushnell. Una storia molto diversa che ha come protagonista Carrie Bradshaw, una giovane scrittrice di Manhattan, ossessionata dalla moda e soprattutto dalle scarpe, che condivide con le sue amiche molte avventure. Romanzi della chick lit sono anche “Il diavolo veste Prada” di Lauren Weisberger e “I love shopping” di Sophie Kinsella, il primo di una serie di romanzi che ha come protagonista Rebecca Bloomwood, una ragazza inglese che, nonostante i suoi dissesti finanziari, non riesce a trattenersi dal comprare cose, apparentemente inutili, ma per lei indispensabili.
Vite e storie diverse, vissute tra New York e Londra, che finiscono tutte però col far trionfare l’amore. Il successo riscosso dalla pubblicazione dei libri, a firma di autori famosi così come di scrittori emergenti, è stato tale che ne sono stati tratti dei film e hanno spinto anche alcune autrici italiane a cimentarsi con questo genere. Esempi italiani sono “Meglio donna che male accompagnata” di Geppi Cucciari, “Il diario di Lara” di Chiara Santoianni e “Quasi quasi mi innamoro” della scrittrice esordiente Anna Mittone.                

 

 

Martedì, 30 Aprile 2013 | di @

1 COMMENTO

  • Link al commento Daniela inviato da Daniela

    L'ho vissuta, questa atroce esperienza del soggiorno forzoso a Rebibbia, l'ho vissuta e condivisa con le compagne che sono ancora ancora lì, oltre che con qualcuna che ho incontrato in libertà e tutte, ma proprio tutte, hanno in comune ciò che vedo in me: la tristezza negli occhi.

    Giovedì, 02 Maggio 2013 11:06

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