Il tablet, utilizzabile anche da tutti gli altri bambini, ha un formato che ricorda il quaderno che gli alunni usano alle scuole elementari e i suoi programmi e la sua interfaccia grafica sono intuitivi ed adatti ai piccoli che soffrono di dislessia.
La dislessia non è una malattia né un disturbo, ma una diversa modalità di funzionamento del cervello che richiede tempi di lavorazione delle informazioni diversi da quelli normali e che rende particolarmente difficili la lettura e i calcoli. In Italia ne soffre mediamente un bambino per classe (circa l’8%). Edi Touch rappresenta, quindi, lo strumento compensativo adatto per questi bambini che hanno bisogno di metodi di apprendimento più intuitivi e rapidi per stare al tempo con i compagni.
Il tablet, messo a disposizione dall’azienda Digitally Different Srl, nasce dall’idea di Mario Iannacone, padre proprio di un bambino dislessico, ed ha visto la collaborazione di vari logopedisti e neuropsichiatri, nonché di ingegneri hardware e software per la realizzazione del dispositivo.
Esso possiede un potente e versatile ebook reader che consente la lettura di libri digitali scolastici e di narrativa con scelta di dimensione del carattere e luminosità dello schermo variabile. Il text-to-speech permette di passare alla versione audio del libro. A disposizione anche una calcolatrice vocale con un’interfaccia a colonna, simile a quella che i bambini utilizzano nella scuola primaria. Un programma consente anche la creazione di mappe mentali e concettuali, l’inserimento di immagini, note e icone. Infine Edi Touch dispone anche di un vocabolario per la ricerca dei lemmi. Tramite il meccanismo di parental control i genitori e gli insegnanti possono poi decidere quali applicazioni rendere accessibili o meno al bambino, evitando così che il tablet diventi un mero strumento ludico.
Soddisfatto per l’iniziativa Mario Iannacone, che spera di raggiungere ottimi risultati con Edi Touch, ma “se anche solo il 10% dei bambini che prendono parte a questo progetto riuscirà a guadagnare autostima e autonomia riuscendo ad affrontare lo studio con maggior efficacia, per noi sarà un grande risultato”.
Non resta che aspettare i frutti di quest’esperimento.