Ci sono momenti che più di altri stimolano la riflessione, come un viaggio in treno in un vagone buio. Marco Mitidieri, nel suo romanzo, “La grande colpa”, descrive la riflessione di un uomo figlio del nostro tempo che si interroga e riflette su tutto ciò che lo circonda. Il libro, pubblicato dalla casa editrice Booksprint Edizioni è disponibile sia nella veste della brossura cartacea, che in quella dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Dipende molto da ciò che ho intenzione di scrivere. In breve direi che è un'operazione taumaturgica, un atto di psicomagia. È la trasformazione di un vissuto, più o meno reale, dal concetto alla forma. Più che a un'emozione penserei a un vero e proprio stato di illuminazione.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto, forse tutto.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è uno sfogo spesse volte furente. Mi permette di manifestare pensieri e sentimenti che si agitano dentro di me. Scrivere è come vivere esperienze entusiasmanti.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro è frutto della mia fantasia, non ci sono riferimenti alla mia vita reale.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Napoli e cresciuto a Casoria, un paesino in provincia. Dopo la maturità classica, mi sono trasferito a Torino, dove ho studiato prima DAMS e poi Filmmaking alla Scuola Holden. Nel frattempo, ho seguito anche seminari di critica e ho iniziato a collaborare con quattro webzine.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Credo nel colpo di fulmine tra il lettore che si aggira tra gli scaffali di una libreria e il libro stesso, quindi non ne consiglierei nessuno.
Gli anziani, che il più delle volte sono considerati un peso, sono invece un’importante risorsa per la società. Lo sa bene Marissa Chiodini, da trent’anni operatrice socio sanitario, che dedica proprio agli anziani il suo libro. “Sia lodato Gesù Cristo” è il titolo dell’opera pubblicata della casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile sia nella versione del libero cartaceo, che dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è rendere fruibile un pensiero. Sento una grandissima Libertà, è il momento più libero di vita che mi rende viva nell'universo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Esperienza vissuta e soprattutto sentita in un momento del mio lavoro-assistenza. Mi sono fermata a pensare, dopo aver constatato grande malessere negli ospiti di strutture chiamate Case di Riposo. Io mi sono trovata di fronte a un momento di grande intensità- dolore della nostra vita. Ho solo cercato di parlare e riportare nel mio scritto i malesseri e soprattutto il grande tabù della morte; nessuno di noi ha compreso questo passaggio.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Youssef e sono nato a Khouribga, una piccola città del Marocco; quando avevo tre mesi i miei portarono i miei fratelli e me qui in Italia. Sono un operaio metalmeccanico e l'idea del libro nasce dal contrasto che mi trovavo a vivere principalmente a casa mia per poi sfociare in tutti i luoghi o ambiti di una vita normale. La frustrazione mi ha spinto a scrivere a me stesso, nessuno mi ha dato la possibilità di raccontare chi sono o forse chi siamo, dunque ho preso la decisione di scrivere per lasciare traccia di ciò che è successo, per prendere una rivincita contro chi non si è mai degnato di chiedermi chi sono.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono cresciuta a pane e libri, dunque, per me, scrivere è il companatico. Da bambina, fra favole, racconti e romanzi, lessi il Piccolo Principe, mi piacque molto, ma riuscii ad apprezzare davvero la sua essenza con il trascorrere del tempo, emozionandomi. E che cosa c'è di più bello, del provare emozione? Un moto dell'animo che non si può descrivere, ma vivere! E che cosa c'è di più bello, del creare emozioni? E alé, carta, penna e calamaio, si fa per dire, e attingere a tutto ciò che sento a fior di pelle.
Torna in libreria Luca Nava, questa volta con l’adattamento in inglese del romanzo di Ippolito Nievio “Confessions of an Italian Man”. Il libro, pubblicato sempre dalla casa editrice BookSprint Edizioni, è disponibile nella consueta duplice veste della brossura cartacea e dell’e-book. È una traduzione molto interessante ed esaustiva dell’opera che racconta le vicende di Carlo Altoviti, personaggio che narra in prima persona la propria vita trascorsa come patriota, ma soprattutto come uomo che ha vissuto la trasformazione della propria identità da veneziano ad italiano.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Como e vivo a Erba, provincia di Como. Sono un docente di lingua inglese di scuola secondaria superiore. Scrivo libretti in inglese facilitato per i miei studenti e corsisti, con cui condivido il piacere della lettura in inglese. L'editore di riferimento mi dà la possibilità di ampliare il pubblico di lettori discenti di lingua straniera.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Principalmente la sera e i fine settimana.