1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Vengo da Sassari, una piccola città del nord Sardegna. Amo il tennis, che ho praticato per anni a livello agonistico, la letteratura, la musica, il teatro e il cinema. Ho composto musiche per alcuni spettacoli teatrali della compagnia Skenexodia e attualmente lavoro presso una società di rappresentanze. Ho iniziato a scrivere poesie dall'età di tredici anni e solo quest'anno, a venticinque, ho deciso seriamente di diventare scrittore pubblicando con la BookSprint. Sono stato aiutato in questa scelta dalla mia dottoressa, che un giorno mi chiese di leggerle alcune poesie, le piacquero molto e mi incoraggiò a mandare il mio manoscritto alla casa editrice. 2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura? Io scrivo di notte, dopo aver cenato. La pace, il silenzio e la tranquillità della notte mi mettono in contatto con il giardino segreto della mia anima... è in questa fase che i miei versi prendono forma e riesco a far emergere la parte migliore di me attraverso la scrittura. 3. Il suo autore contemporaneo preferito? Michel Houellebecq; adoro la letteratura francese. In particolare la sua raccolta di poesie "Configurazioni dell'ultima riva" è stata per me fonte di ispirazione. 4. Perché è nata la sua opera? Sono molto timido e introverso. Ma attraverso la scrittura riesco a liberarmi da ogni complesso e a far capire a chi sta leggendo chi sono e cosa penso. La mia opera è nata dunque per una forte esigenza di comunicare. Comunicare agli altri pensieri, esperienze e stati d'animo che altrimenti mi sarebbe venuto difficile trasmettere. 5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto? Alle superiori sono stato vittima del bullismo. Ho saputo reagire a questo fenomeno grazie alla forza dello studio e della cultura. Ci sono stati diversi professori di lettere che mi sono stati vicino in quei momenti. Tutto il dolore che ho vissuto ho cercato di riversarlo nella letteratura. 6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà? Scrivere per me è evasione. La realtà spesso è troppo dura da mandare giù, perciò entra in gioco lo scrittore, per creare nuovi mondi , per mostrare le sue visioni, che sono di gran lunga più interessanti e stimolanti di ciò che succede nel mondo reale. 7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto? C'è tutto me stesso. Ci ho messo il cuore in ogni poesia. Mi sono messo a nudo e questo processo e riscontrabile in molti versi come in quelli di "Oceano" e "Sono io". 8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera? Mia madre, che ho perso appena ventenne. Quando era in vita ha saputo ispirarmi e darmi forza, e dopo la sua morte ho continuato a scrivere per lei e il mio amore nei suoi confronti si è rafforzato. 9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo? A mia nonna. Una persona per me fondamentale. 10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book? Purtroppo sì. Mi rendo conto che la tecnologia sta avanzando per semplificarci la vita, ma io sono all'antica e preferisco l'emozione di sfogliare le pagine di un libro e sentire il profumo della carta stampata. 11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro? Penso che per i non vedenti sia un ottimo mezzo e in questi casi lo approvo, ma per il resto penso che potrebbe impigrire chi può leggere direttamente dai libri.