2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Vi sono tante realtà; ognuno di noi vive una realtà differente, ma magari, v'è una realtà che ci accomuna.
Probabilmente anche in questo libro la realtà non è tanto distante dalla fantasia, in quanto mi sono molto liberamente ispirato ai luoghi (ma la fantasia non si sa quanto sia lontana dalla realtà), ma certamente i personaggi hanno stimolato la creatività (ampiamente ispirato da fantastici personaggi che mi circondano.)
Dunque, sì; molta realtà appartiene alla mia fantasia tradotta in un piccolo racconto.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Grazie, ma un modesto racconto, non potrà mai divenire un'opera.
La voglia di lasciare impresse con inchiostro le nostre più recondite fantasie non sempre ci porta un'eredità meritata.
Nel frattempo ci dilettiamo con le nostre capacità per esprimerci al meglio.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
"I menestrelli del villaggio" è stata la mia ultima scelta tra: "Mine vaganti" (già usato) e "La collina" (titolo d'un cap.); ma sicuramente per me non c'è titolo più appropriato di quello scelto.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Tra i libri che ho letto, gli autori locali sono la mia preferenza; in grado di trasportarmi in una realtà di mezzo tra il passato ed il presente.
Ma tra le succulente letture che possano avvenire c'è spazio anche per il mondo dei fumetti.
6. Ebook o cartaceo?
Il mondo dell' Ebook è la nuova frontiera, sicuramente la miglior alternativa e la più comoda, ma col difetto che, a parer mio, non faccia bene all'apparato visivo.
Però è possibile che mi sbagli, dato che non mi intendo di medicina.
Di conto, preferisco il cartaceo, un qualcosa di ancor tangibile, di un sì fatto mondo astratto in cui ci celiamo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Grazie, ma non credo di aver intrapreso una carriera.
Anche se "lo scrittore" ha la possibilità di percepire un tornaconto per il suo creato, non ne fa un lavoro.
Spero di non arrecare offesa a chi possa mal interpretare.
Dico solo, che per me è un hobby; che poi possa essere retribuito, ben venga, a tutela dell'autore.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Una mattina mi sveglio. Ricordo di aver fatto un sogno.
Un tempo ricordavo più sogni che mi accadevano nel dormi-veglia.
Ma da quei tempi a questa parte non me ne viene manco uno a rimembranza.
Comunque, codesto sogno, è stata la trama, l'inizio e l'input per dar vita al racconto.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La soddisfazione maggiore mi è stata resa dalla casa editrice, che ha acconsentito alla stampa, la realizzazione e, dunque, la pubblicazione di codesto racconto.
Essi, come la mia famiglia, hanno creduto in me tanto da incoraggiarmi e, così ispirarmi alla stesura su carta di parole, che possano intrecciare racconti, sogni e desideri.
Grazie a tutti i collaboratori, che hanno fatto un lavoro magnifico, soprattutto per la realizzazione della copertina, la quale imprime a pieno il mio panorama desiderato.
Infine, per rispondere alla vostra domanda: è una sensazione stupenda, un sogno che prende realtà.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio critico personale è una discutibile lettrice, con la passione per la lettura: mia madre.
Mi ha consigliato d'allungarlo, magari entrare più nei dettagli, ma per me una creazione non sempre necessita di modifiche; altre volte sì.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un'altra bella creazione, comoda ed utile.