1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Tivoli, in provincia di Roma ed ho vissuto, e vivo ancora, a Guidonia Montecelio, sempre in provincia di Roma. Sin da bambino sono sempre stato una persona curiosa e sempre alla ricerca di quel "qualcosa" che mi potesse contraddistinguere dalle altre persone, che mi identificasse come persona e che potesse rispondere a quelle domande, che in genere da bambini non ci si pone, ma che io ho avuto l'ardire di pormi: “Perché esisto? Qual è il significato della mia presenza nel mondo? A quale scopo vivo?”. Durante il mio percorso di crescita, ho sempre posto quegli interrogativi al centro del mio esistere, cercando in modo quanto più ossessivo quella risposta o quel senso, che sentivo essere un bisogno, per uscire da quel tunnel di inesistenza in cui mi trovavo, ed è proprio alle scuole medie che cominciai a trovare il mio "mondo", attraverso le storie narrate dai libri, vissute nella mia mente e sentite con il cuore.
Torna in casa BookSprint il fascino el romanzo fantasy. Roberta Barottu è l’autrice di “La profezia del drago” un affascinate libro disponibile sia nel formato cartaceo, che nel formato elettronico dell’e-book che si caratterizza per essere una storia dai mille risvolti.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è un'emozione davvero unica, la scrittura mi trasporta dentro alla storia che ho in mente, mi fa uscire dalla realtà e mi fa evadere dalla vita di tutti i giorni. Adoro scrivere, e quando inizio mi è quasi impossibile fermarmi. Perciò per me scrivere è davvero importante, posso esprimere tutti i miei pensieri e far conoscere agli altri la mia personalità.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Anche se adesso abito in provincia di Torino, provengo da Roma. Credo che non si possa decidere di diventare scrittore. È una passione innata. I primi graffiti dei nostri antenati, che rappresentavano scene di caccia, erano già esse stesse delle storie che venivano raccontate.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Una vita come la mia è degna di essere raccontata: piena di eventi bellissimi e terribili, una vita che doveva essere conosciuta per poter dare a qualcuno la possibilità di sperare che tutto può accadere. Molto difficile sintetizzare il tutto ma è per questo che ho deciso di scrivere.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina presto prima di andare al lavoro.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Roma e cresciuta in questa splendida città. Ho avuto la fortuna di vivere nei pressi del centro storico e di frequentare ambienti intellettualmente stimolanti, ricchi di cultura. Ho anche studiato musica e frequentato il conservatorio. Mio padre era ingegnere ma anche poeta e novellista e mia madre era laureata all'Accademia delle Belle Arti di Roma. Va da sé che con noi della famiglia e con i loro amici condividessero l'amore per le arti pittoriche e letterarie. Ricordo con una certa nostalgia le domeniche pomeriggio in cui si riunivano a casa nostra artisti di ogni genere, per dipingere, leggere o scambiare opinioni su eventi artistici.
Due racconti ironici e vivaci che fanno riflettere su due realtà che condizionano la vita di ogni individuo: la politica e la religione. Il libro di Riccardo De Santis “Le grottesche istituzioni”, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni (disponibile nel doppio formato cartaceo/e-book), offre interessanti spunti di riflessione.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me un modo indelebile per esprimersi. Sono sempre stato affascinato dal fatto che, grazie appunto alla scrittura, possiamo conoscere fatti, storie e curiosità del passato. Quando scrivo ho la consapevolezza di poter condividere i miei punti di vista, e ho la speranza di poter dare qualche spunto di riflessione. Non cerco mai di criticare oppure insegnare, bensì spero di ricevere critiche e insegnamenti da coloro che leggono i miei scritti, in modo da migliorare sempre di più.
Un romanzo intrigante, impegolato, ricco di suspense e ricco di eventi nelle sue 262 pagine totali in cui l’arte ha un posto di prima fila. Questo è il lavoro nato dalla penna di Giorgio Laura, “Vite infrante”, edito dalla BookSprint Edizioni (e-book disponibile).
La vicenda inizia nella stazione ferroviaria Principe a Genova nel mese di giugno 1987, dove Andrea Manara attende l'arrivo di Micaela Fairfax.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Già in gioventù avevo scritto sul "Secolo XIX"di Genova, "La Stampa" di Torino ed altri giornali tipo "l'Eco della Riviera" ecc...Poi superai gli esami all'università e sostituii mio padre ammalato, per un lungo periodo, nello studio di consulenza del lavoro. Infine, come hobby, iniziai a scrivere.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito al pomeriggio.