1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Bari. 11 anni fa mi sono sposato e mi sono trasferito ad Andria, dove insegno in un istituto superiore. A Bari ho potuto sviluppare una proficua attività teatrale e giornalistica, che mi ha aiutato molto nella crescita come scrittore.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non ho dubbi a riguardo: “Moby Dick” di Melville. La potenza del libro, la ricchezza della sua allegoria, la capacità evocativa dell’eterna lotta tra l’uomo e il male, rappresentata mirabilmente nel capitano Achab e nella gigantesca balena, rendono Moby Dick un classico, che deve essere letto. E la sua stessa lettura non può che essere affrontata come un viaggio, che non può non affascinare i giovani.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io vengo da Messina, una città che per me è come una sorella. Studio all'Artistico Ernesto Basile. È in questa scuola che arrivano le mie ispirazioni per le poesie. In verità già alle medie ho scritto brevi poesie ma è solo da un anno che sono riuscito a esprimere ciò che avevo dentro.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando non ho impegni e quando sono molto triste o felice.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è Andrea Camilleri.
Un percorso di vita, fatto di parole che diventano una storia, la storia dell’autore. Uno sguardo vero, critico ad una vita che non sempre regala gioie, ma che diventa un attimo di fermo immagine nella mente del poeta trasformando quelle istantanee di vita vissuta in poesia a volte malinconica, a volte triste ma in ogni caso vera. “Le mie poesie” è una raccolta di versi e pensieri, pubblicata dalla casa editrice BookSprint edizioni e fruibile sia nella versione cartacea che in quella e-book, nata dalla penna di Massimo Bua.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Massimo un ragazzo di 31 anni che abita a Piossasco un paese in provincia di Torino. I miei genitori sono originari del sud, mio padre è della Sardegna, mia mamma originaria dell’Abruzzo. Caratterialmente devo dire che da mia mamma ho preso la tenacia e la forza di lottare, mentre da mio padre la timidezza e la testardaggine; quindi anche se di fatto sono una persona molto chiusa e riservata, mantengo al contempo una grande forza di volontà rispetto alle difficoltà della vita. Nella mia vita ho dovuto superare grandi difficoltà già da subito, perché nasco prematuro con una paralisi celebrale infantile a cui sono seguiti una serie di interventi correttivi, perché la parte più colpita nel mio caso specifico sono state le gambe e in modo pervasivo tutta la zona celebrale del movimento.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a San Cristoforo(Al) nel 1941. È un grazioso paese a 300 metri sul livello del mare, dove ho vissuto fino all'età di 9 anni, per poi trasferirmi a Genova con la famiglia. Da ragazzo ho vergato qualche poesia, ma la voglia di scrivere è nata intorno ai 50 anni, quando per la prima volta ho sentito la necessità di raccontare la vera storia di un cane.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso. Posso stare alcuni giorni senza scrivere e poi buttare giù molte pagine nel corso di parecchie ore se mi frulla in testa un argomento interessante.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore, per i suoi scritti sul Fascismo e la Resistenza, temi sempre di attualità e che a me interessano assai.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi considero cittadino del mondo, anche se sono molto legato alle mie origini siciliane. La mia crescita professionale, spirituale e sociale si è sviluppata tra Sicilia e Lombardia dove ho insegnato, ho fatto ricerche e formato docenti. Fin da piccolo ho avuto una spiccata propensione ad osservare le azioni delle persone per apprezzarne i lati positivi e capire il loro punto di vista. Durante l’adolescenza mi è sorto spontaneo il desiderio di narrazione e raccontavo favole ai bambini del quartiere. Dalla narrazione orale, che ho continuato ad esercitare nelle scuole con i miei alunni, si è fatto strada la necessità di scrivere per esprimere le mie sensazioni, i miei pensieri e soprattutto il mio modo di vedere la realtà con la speranza di far riflettere i lettori.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Io amo scrivere da sempre perché è sempre stato molto più semplice per me, mettere nero su bianco ciò che verbalmente non riesco a dire per paura di sbagliare, non trovando le parole giuste o per timore di essere fraintesa. Quando scrivo invece non ci sono tabù, e paure, siamo solo io, i fogli, la biro e i tanti pensieri che si trasformano prima in immagini, poi in concetti... come direbbe il grande Mogol: pensieri e parole e quelle parole nascono da sole e io le trascrivo poi le rileggo e mi emoziono o mi sorprendo e dico: caspita!
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Della mia vita reale? Bè! c'è molto di me nel libro, in fin dei conti l'ho scritto io... penso che ogni scrittore e io non mi reputo tale, metta parte del suo io più profondo nelle proprie opere, sia che si tratti di fantasia o fantasia sia che si tratti di sentimenti.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è donare agli altri. In secondo luogo mi ha fatto incontrare me stesso. Credo che ognuno di noi nel momento in cui lo fa, consciamente o inconsciamente incontra la propria anima. Le emozioni che si provano sono paragonabili all'effetto di una respirazione profonda, a quelle di un bagno caldo in una spa, insomma emozioni di piacere relax e rigenero. Nel caso di questo libro l'emozione è quella della speranza e il desiderio di avere un mondo un po’ diverso. Migliore. Un mondo in cui l'essere umano impara ad amarsi per poter amare meglio tutto ciò che a intorno a se, persone comprese.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è tutto. È una delle mie passioni più grandi. Quando scrivo riesco a "scappare" dalla realtà, per addentrarmi nel mondo di quello che sto scrivendo. Mi piace molto, perché posso fare quello che voglio della mia storia e per questo mi sento libera. Poi, riesco ad immedesimarmi e ad immaginarmi ogni scena che scrivo e mi piace davvero tantissimo...sono una sognatrice e quello che immagino (ogni scena, ogni situazione) la scrivo e mi ci immedesimo.
Un viaggio nella letteratura femminile attraverso la storia di Jane Austen, Virginia Woolf, Oriana Fallaci, Elsa Morante e Margaret Mazzantini. “Butta la lenza”, il libro d’esordio di Cristiana Zingarino si configura come un itinerario immaginario nel mondo di alcune delle più importanti autrici di tutti i tempi. Il romanzo, edito dalla BookSprint Edizioni, è fruibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che in quella più moderna dell’e-book.