1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non ho mai deciso di diventare scrittore, ma mi è sempre piaciuto scrivere. Fin dai periodi scolastici ho sempre avuto più dimestichezza con letteratura, grammatica e sintassi che con algebra, numeri e geometria. Da ragazzina leggevo ad alta voce i libri della Delly, e mia madre mi ascoltava. Anche durante il periodo dell'insegnamento, avevo più incisività nell'insegnare le materie letterarie che quelle matematiche in cui mettevo meno entusiasmo. Oltre a fare la maestra, ho fatto la commessa, la commerciante, l’operatrice di call center, l'impiegata e tanto altro. Sono curiosa di natura per cui mi piace fare tante cose e coltivare tanti hobby: fotografia, scrivere fotoreportage, organizzare serate e cantare karaoke, recitare, ballare, andare in palestra… Amo la natura, gli animali, il mare, l'estate, il caldo, il sole, il vento…
Tre racconti che mettono al centro l’amore, l’amicizia e i rapporti interpersonali. Storie di donne e uomini alla prese con l’imprevedibilità della vita. “…E non finisce qui!” è il titolo del libro di Emanuela Colleluori, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e fruibile nella consueta duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi accompagna gradualmente all'interno della mia fantasia, fino ad immedesimarmi nel corso degli eventi che mi trattengono estraniandomi dalla realtà. L'emozione più avvolgente l'ho provata nel sentire la voce e le parole dei personaggi che si sono presentati chi in punta di piedi, chi entrando in scena come se fossero già dietro le quinte. Lo stupore che mi ha colpito e sorpreso è scaturito dalla considerazione che “Il Cervo Rosso” è il primo romanzo che ho scritto, ma si è svelato con scioltezza come se fosse in incubazione.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un atto naturale come respirare, è il mio modo di essere... il mio primo giocattolo non è stato una bambola ma una penna! Quando scrivo ho la sensazione di bucare lo spazio e abbracciare il mondo per confrontarmi con il cuore ed il pensiero delle persone... altre volte invece, a mia penna diventa un fazzoletto capace di asciugare quelle lacrime invisibili, che si depositano nelle rughe nascoste del cuore e alcune volte, invece, sono spinta a scrivere per dare voce a chi è affacciato alla finestra della vita, a chi abita alla periferia della società, a chi è imprigionato in questo stagnante presente e la penna diventa uno strumento per regalare loro una speranza di futuro. Per me scrivere è un'azione continua tra un cuore che non segue le lancette del tempo ed un cervello che, invece, vorrebbe segnare il tempo!!!
Salvatore Larosa ha scelto il canale della poesia per esternare tutte le emozioni che si nascondono nel suo animo. “Poesia mai più prigioniera del cuore” è il titolo della sua raccolta, ma anche l’esortazione che fa a se stesso, perché i suoi sentimenti sono rimasti per troppo tempo nascosti. Il libro, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è disponibile sia nel formato cartaceo, che in quello elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un emozione... a volte non si riesce a parole a descrivere quali emozioni, quali sensazioni si vorrebbero trasmettere ad altri... sulla carta dai spazio alla realtà con un pizzico di fantasia se vogliamo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Moltissimo, specie questi ultimi anni.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stato per me come dimostrare il mio amore, il mio affetto alla persona più importante della mia vita... e questo libro è la prova che ispirato a lei.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi permettere di esprimere quello che ho dentro molto più facilmente rispetto al parlato..
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Una buona parte della mia vita reale è presente nel mio libro perché racconta la mia mentalità.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In quest’opera ho cercato di descrivere realmente tutto quello che rappresenta l'Italia: come un richiamo all'attenzione verso il popolo, con i propri diritti e la dignità umana in merito.
Un saggio politico di forte attualità che parla dell’Italia, della crisi che da alcuni anni sta distruggendo la nostra economia e che ogni anno porta milioni di giovani a cercare fortuna all’estero. “Un’Italia da rifare completamente” è il libro di Tiziano Lunardon, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e disponibile anche nella moderna versione e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Rovereto (TN) vissuto e cresciuto a Riva del Garda. Non c'è molto da dire di me, ho 82 anni e la mia esistenza è molto semplice. Ho fatto solo le elementari a calci nel di dietro, posso prendere come scusa che eravamo in tempo di guerra e le lezioni erano molto alterne, ma in realtà, non ero di certo un modello d'alluno, piuttosto discolo ed insofferente, pur non avendo molta voglia di studiare, mi piaceva leggere, leggevo ogni cosa che mi capitava sotto mano, non riuscivo a leggere ad alta voce, ma dopo aver letto il testo una volta lo potevo ripetere correttamente. Ebbi dei periodi poco felici, ma ho sempre reagito positivamente. Mi piaceva scrivere e pure dipingere, finché ebbi la possibilità di farlo. Ho lavorato come manovale, come muratore e falegname in una fabbrica.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È l'emozione del pensiero che chiede di prendere significato attraverso le parole, di essere riconosciuto come fonte di piacere interiore e di essere trasferito per condivisione.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È presente una percezione intensa della realtà, con tante sfumature di autoironia.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Volevo scrivere una storia molto particolare che contiene diversi significati.