Quello che non potei studiare a suo tempo cercai di recuperarlo, studiando dopo lavoro, vi posso assicurare che dopo nove o dieci ore di lavoro, anche il cervello funziona poco, ma non m'è mai passata la voglia di leggere, con il disegno e i dipinti ero altalenante, perché non ero mai soddisfatto dei miei risultati, pretendevo di più, non così per quanto scrivevo, ho sempre scritto di getto, però avevo un grosso difetto, la mia grafia era talmente illeggibile che se un racconto lo lasciavo da parte per alcuni giorni, non riuscivo più a decifrarlo, poco male, qualcosa mi rimaneva sempre nelle mente. Credo d'aver scritto più d'un centinaio di racconti brevi e una ventina un po' più lunghi, ma di tali ben pochi ho poi riscritti quando potei acquistarmi una macchina da scrivere e continuo a scrivere ancora. Purtroppo ho deciso troppo tardi di inviare dei miei scritti alle case editrici, e spero di poter mandaci altri miei romanzi appena posso.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non potrei, permettermi di consigliare ad un adolescente che cosa leggere, non sono mai stato adolescente ma oserei dire di leggere molti classici del passato, con i quali io sono cresciuto, tanto che il mio primo libro che posso ricordare era un romanzo di Cronin, perché mia nonna adorava i suoi romanzi, ma ce ne sono molti, non solo stranieri, anche italiani.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Penso che il progresso non si può arrestare, ma la sensazione d'aprire un libro e assaporarne la magia che emanano le pagine dal profumo fresco di stampa sia impareggiabile, è qualcosa che vive nelle tue mani.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non posso dire per tutti gli scrittori, per me è solo una scelta e poi il resto viene da se, forse perché io scrivo di getto e non sempre seguo una logica, ma lascio trascinare dagli eventi.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Non lo saprei dire con precisione, è passato tanto tempo da quando ho scritto, ma di solito dò un titolo e poi guardo quello che ne vien fuori, seguendo il filo della logica. A volte può continuare a volte interrompersi, ma che importa? È solo il filo della nostra fantasia che ci porta. Sono contrario a scrivere i fatti reali della vita, sebbene gli ho inseriti in molti miei racconti brevi, ma chi scrive cronaca è solo in suo punto di vista di vedere le cose.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Nessun messaggio particolare, spero solo che si diverti o che trovi ciò che la sua mente vuol trovarci in ciò che legge e che non lo deprimi egli sia una speranza di migliorare se e il mondo.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Difficilmente si può rispondere onestamente, la scrittura può essere un sogno? Si certo, ma non è un sogno che si chiude nel cassetto, ma dentro di te e brucia quando credi che nessuno riesce a comprenderti.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Non particolarmente, forse delle rimembranze di passati racconti.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ci pensavo, come ho detto scrivo di getto e i personaggi fanno tutto da soli, no! La fine doveva venire secondo lo svolgersi della trama, non pensavo come.
10. Il suo autore del passato preferito?
Gli autori del passato per me sono il pane quotidiano. Il mio autore preferito? Di certo fu il Cronin, perché il primo romanzo che lessi, in seguito scoprii Victor Hugo, Vega, Goldoni e il massimo per me: Shakespeare ed altri, lungo sarebbe l'elenco, perché con i miei primi guadagni, mi comperavo gli economici della BUR e scoprivo sempre nuovi e passati autori.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come ho già detto, è il futuro e sicuramente sarà il mezzo del dopo e la carta sparirà, ma con esso pure il romanticismo e il piacere di assaporare un buon libro.