1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono natio di Crema (CR) ma di origine della Provincia di Salerno, per l'esattezza di un paesino alle pendici della Costiera amalfitana di nome Raito. Lì ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza, ho terminato gli studi presso la città di Salerno, ho girovagato per alcuni anni l'Italia ed infine nel ottobre dell'anno 1985 mi sono stabilito in Provincia di Cremona, dove ho trovato nell'anno 1998 la mia attuale moglie. Ci simo sposati nell'anno 1989, dalla nostra relazione è nato nell'anno 1993 l'unico figlio maschio. La mia professione è stata nel Corpo di Polizia Penitenziaria nei ruoli degli Ispettori. Attualmente dall'anno 2014 sono collocato a riposo per motivi di salute (pensione) e vivo tutt'ora in Provincia di Cremona. Con il massimo rispetto di tutti gli scrittori non mi definisco tale, ho realizzato il libro grazie alla fiducia di chi ha creduto nelle mie capacità e mi sono dedicato prima alla lettura e poi alla scrittura, perché il mio tallone d'Achille è stata sempre la lingua italiana e la grammatica!
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Essendo una matematica, adoro tutto ciò che è matematica. Portare a termine il mio piccolo libro, per me è stato un grande passo avanti, mi ha resa felice.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Io ci lavoro con l' argomento che ho scelto, per cui, c' è tanto!
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi sono messa alla prova e alla fine penso di aver fatto un buon lavoro.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Un grande lavoro.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È un libro scientifico.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Una sintesi del mio lavoro affrontato con i ragazzi durante i miei anni di scuola.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho lavorato 40 anni nella scuola, come maestro, direttore e preside, ho fatto parte di commissioni culturali, ho presieduto un'associazione, ho scritto articoli di natura pedagogica, filosofica e politica. Sono sempre stato appassionato di thriller e spionaggio e fin da bambino avevo il sogno di scrivere qualcosa... solo da pensionato purtroppo ho trovato il tempo e la concentrazione giusta per realizzare qualcosa di compiuto. Ho incominciato per gioco, con un po' di scetticismo, poi mi sono affezionato al libro che stavo scrivendo e, dopo aver deciso di pubblicarlo, sto già mettendo mano al secondo.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non è sicuramente un impegno, ma un momento di riflessione, di ricordi. Veder nascere un racconto è come crescere un figlio, lo vedi dai primi passi, dalle prime parole, e giorno dopo giorno lo accompagni nella sua vita futura. E quando finalmente riesci a concretizzarlo sei felice per lui. Non lo abbandoni, anzi lo riprendi, lo coccoli, e pensi al prossimo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Quasi nulla, soltanto una breve parentesi da ragazzo, quando lavorai come apprendista in un’officina.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Tra leggere e scrivere, ho sempre preferito scrivere. E anche leggere mi appassiona (far di conto, invece, non mi ha mai interessato).Scrivere una storia di fantasia è per me un piacere immenso, mi diverte creare delle situazioni difficili e intricate e trovare delle soluzioni possibili e impreviste. Ho sempre raccomandato ai miei alunni di preparare una scaletta degli argomenti e di attenervisi, per ottenere lavori equilibrati e coerenti, ma io non sono mai riuscita a seguire questo buon consiglio. Non ci ho nemmeno mai provato. Mentre scrivo, affiorano nuove idee, quelle iniziali si precisano o si modificano, spuntano collegamenti inaspettati, e io mi lascio trascinare, felice, dalle parole che si formano sotto le mie dita che battono veloci sulla tastiera.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata in Basilicata, in uno dei cento Paesi più belli della Lucania. Nata e cresciuta in una famiglia di contadini fino a diciotto anni. Sono la maggiore dei tre figli, in campagna lavoro duro per tutti, non avevamo strade, né acqua, né luce. La povertà era padrona della vita, i mie genitori entrambi analfabeti, per noi figli il destino era quasi identico ma per fortuna sappiamo leggere e scrivere quel po' quanto basta per scrivere. Per andare a scuola non c'era possibilità di comprare il materiale scolastico, ricordo che per comprare i quaderni e il pennino e calamaio e tutto il resto bisognava aspettare che le galline facessero le uova si faceva a scambio merce. Non ho cultura scolastica. A diciotto anni mi sono sposata e sono partita per il nord, mi sono ambienta molto bene, ho sempre lavorato fini a conquistarmi il meritato riposo.(la pensione). Sin da bambina il mio sogno era studiare, non è andata così, la vita mi ha tolto tanto, ma mi ha dato la cosa più bella: i miei figli.
L’Io e la problematica di affrontare la vita. La complessità di non soccombere, di aiutarsi da soli e ritrovare la serenità. La poesia può essere di grande aiuto, con la sa simbologia e le sue parole che toccano i meandri più nascosti dell’animo umano. Rossella Martini è l’autrice di “Saluti dall’oblio” una silloge poetica pubblicata dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel doppia versione del libro digitale e del volume in brossura, tipici della giovane casa editrice di Vito Pacelli.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo e dipingo praticamente da sempre, quindi non saprei immaginare la mia vita senza carta, penna, inchiostri e colori. Chiaramente, quindi, penso che "fare arte", "creare", sia una cosa naturale, necessaria come respirare, ed emozionante come... intuire l'anima del mondo, decifrarla e interpretarla con il proprio personalissimo stile. E la gamma di ciò che si prova, specialmente scrivendo poesie, è infinita: penso sia analoga a quella che si potrebbe provare se si potesse fluire nell'universo e nel tempo senza i limiti del corpo!
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato (ma è un dato esclusivamente anagrafico) a L’Aquila, città ferita, fiera delle sue identità e vogliosa di riscattarle. Il resto del tempo, prima della piena maturità, l’ho trascorso a Bussi sul Tirino, piccolo centro industriale in provincia di Pescara. La maturità a Chieti e la laurea a L’Aquila sono state il viatico per il trasferimento in terra bergamasca. Ho insegnato Scienze dell’alimentazione per trent’anni all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino Terme, prestigiosa sede storica della formazione nell’ambito dell’accoglienza e dell’ospitalità. Durante gli anni della docenza attiva non ho trascurato l’attività editoriale nel campo della alimentazione/nutrizione e della metodologia didattica. Oggi sono in quiescenza, un modo elegante ed ipocrita per dire pensionato. Ho molto tempo, quindi, da dedicare alla scrittura, autentica e mai sopita passione. Questa condizione, tuttavia, non fa di me uno scrittore di genere narrativo, mi considero, infatti, uno scrittore-saggista; ma non è detto che non possa cambiare!