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22 Feb
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Intervista all'autore - Delfina C.

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nata in Basilicata, in uno dei cento Paesi più belli della Lucania. Nata e cresciuta in una famiglia di contadini fino a diciotto anni. Sono la maggiore dei tre figli, in campagna lavoro duro per tutti, non avevamo strade, né acqua, né luce. La povertà era padrona della vita, i mie genitori entrambi analfabeti, per noi figli il destino era quasi identico ma per fortuna sappiamo leggere e scrivere quel po' quanto basta per scrivere. Per andare a scuola non c'era possibilità di comprare il materiale scolastico, ricordo che per comprare i quaderni e il pennino e calamaio e tutto il resto bisognava aspettare che le galline facessero le uova si faceva a scambio merce. Non ho cultura scolastica. A diciotto anni mi sono sposata e sono partita per il nord, mi sono ambienta molto bene, ho sempre lavorato fini a conquistarmi il meritato riposo.(la pensione). Sin da bambina il mio sogno era studiare, non è andata così, la vita mi ha tolto tanto, ma mi ha dato la cosa più bella: i miei figli.

 

Ho sempre avuto la mania di scrive ma mai preso in considerazione seriamente eccetto i bigliettini dove scrivevo i miei pensieri e segreti, che poi immancabilmente buttavo via. Ho deciso di scrivere in una notte calda del mese di Agosto da sola e disperata, per caso mi capitò una penna bic tra le mani, dopo tanta rabbia e deliravo con me stessa. La famosa domanda Il perché ero ancora in quella casa? Incominciai a scrivere pensieri che avevo imprigionati dentro di me.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

I pensieri belli e brutti sempre di notte, perché dormo poco. La notte arrivano concetti determinanti, peccati che poi svaniscono, per me è così.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

L'autore che ho letto di più è Paulo Coelho.



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera è nata per liberarmi dal malessere che avevo dentro di me, la scrittura è una terapia sana che riesce a mettere insieme cuore, anima, perché tutto sta nel nostro cuore, quella penna è stata la mia salvezza in quel momento della mia vita grazie di esistere, il suo inventore ci ha lasciato in questi giorni.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

La mia formazione letteraria mi ha condizionata la vita in negativo, prima, durante la mia vita vissuta, non ho una cultura letteraria.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Ho scoperto la penna quella che mi è stata amica fedele nei momenti bui che non giudica, quasi sempre viene trascinata dalla mano del cuore. Scrivere a volte è una evasione dalla realtà ma spesso nella vita si rivela la realtà, spesso leggiamo storie e fatti, veniamo a conoscenze di scritti segreti che si ha vergogna di confidare alle persone care. La penna riceve i segreti più intimi che abbiamo che nessuno sa.Possiamo scrive tutto quello che realmente pensiamo.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Sono io.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Si è colui che parlo del racconto, il signor no!



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Nessuno solo io.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Si è l'e-book.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non lo conosco.  


 

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