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26 Feb
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Intervista all'autore - Franco Magnino

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Ho lavorato 40 anni nella scuola, come maestro, direttore e preside, ho fatto parte di commissioni culturali, ho presieduto un'associazione, ho scritto articoli di natura pedagogica, filosofica e politica. Sono sempre stato appassionato di thriller e spionaggio e fin da bambino avevo il sogno di scrivere qualcosa... solo da pensionato purtroppo ho trovato il tempo e la concentrazione giusta per realizzare qualcosa di compiuto. Ho incominciato per gioco, con un po' di scetticismo, poi mi sono affezionato al libro che stavo scrivendo e, dopo aver deciso di pubblicarlo, sto già mettendo mano al secondo.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non c'è un momento preferito, quando mi spunta qualche idea, mi siedo al computer e via... diciamo che preferibilmente utilizzo la mattinata o il tardo pomeriggio.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Amo molto lo spionaggio, l'avventura, gli intrighi; diciamo che tra i tanti autori che leggo con passione, quello che mi ispira la maggior simpatia è Clive Cussler.



4. Perché è nata la sua opera?

Perché volevo capire com'è una storia vissuta da di dentro, creata un po' per volta, pensata, cancellata, ripresa, ricostruita... e poi mi sembrava di vivere in un mondo parallelo, più bello e più giusto di quello reale, dove proiettare i miei sogni e i miei ideali, oltre a divertirmi immensamente.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Be', è ovvio che lavorando nella scuola il contatto con i libri è intenso e costante, ma è soprattutto la mia curiosità e la mia voglia di evadere dalla quotidianità che mi hanno spinto a diventare un lettore multiforme: dai testi scientifici e geografici ai grandi classici da Omero a Dante a Manzoni ecc., all'avventura, l'intrigo.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Forse a questa domanda ho già risposto: la realtà è lo sfondo da cui partire, il materiale di cui servirsi, l'"essere" dal quale ricavare il "dover essere", che non è una vera e propria "evasione" ma un modo per sognare una realtà più bella.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Molto, ci sono le mie idee politiche, filosofiche, religiose, i miei sentimenti di uomo che crede nella giustizia, nell'amicizia, nell'amore e poi il personaggio principale è modellato su di me, non soltanto sull'"essere" ma anche sul "dover essere", su come vorrei riuscire a essere.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Nessuno in particolare; ho fantasticato, riflettuto, creato, realizzato la mia opera praticamente da solo.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A due persone profondamente diverse tra loro: mio fratello e una ragazza, mia ex alunna dell'istituto alberghiero in cui ero preside.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Tutto ciò che è legato alla tecnologia e all'informatica rappresenta un pezzo del nostro futuro, ma non "il futuro"... un libro stampato tra le mani rimarrà sempre uno dei più grandi piaceri della vita



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Come nella risposta precedente, anche l'audiolibro è un "pezzo" del nostro futuro e potrà forse stimolare alla lettura persone un po’ pigre e un po’ restie, ma non potrà certo sostituire la lettura vera, quella tradizionale, quella, come ho detto, con un bel libro stampato tra le mani.

 





 

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