Al suo servizio c’è la sexy e attempata governante Margaret. Con lei stabilirà un rapporto ambiguo, elettrico, segnato dal mistero di quello scrigno («Esatto, in questo portagioie è contenuta tutta la mia vita. È antico e molto prezioso. Alcune persone preferiscono custodire in contenitori come questo gioielli diversi da quelli che considero io»). La sua vita trascorre tra lavoro, donne senza significato e l’amicizia con Lorenzo, ragazzo gay orfano di entrambi i genitori.
Ma l’ossessione di quel numero sconvolgerà la sua esistenza. L’undici comincia a comparire ovunque, segnando le sue giornate in maniera sempre più preoccupante (11 è la sua data di nascita, sia il giorno che il mese, 11 è il giorno in cui sua madre è morta…). L’arrivo di Manuela, giovane modella, innesca la scintilla, quella vera. Nonostante questo piacevole stravolgimento, Cristiano diventerà sempre più schiavo della sua ossessione per il numero 11 e, dopo aver consultato un filosofo prima e una maga poi, si convince che qualcuno vuole comunicargli qualcosa: «“Le cose accadono, ma veniamo sempre avvertiti in tempo. Il mondo ci parla, ma noi non siamo in ascolto. Siamo distratti dagli eventi, ci facciamo trascinare”».
Classe 1985, nato a Cosenza, logopedista e scrittore, Francesco Vallone ha scritto un romanzo scorrevole e avvincente. Dialoghi serrati e brevi, personaggi ben tratteggiati, le cui fobie vengono delineate in maniera molto chiara e precisa. Un buon lavoro, in cui vengono sapientemente mescolati elementi quotidiani, spunti filosofico-letterari molto interessanti (vedi la teoria della sincronicità di Jung), e una storia d’amore per nulla scontata.