Non importa se si tratta di scarpe, lavatrici, camicie, strumenti musicali, tutti questi oggetti ci raccontano storie eccezionali, storie in grado di farci riflettere al contempo sui più profondi significati dell’esperienza umana.
Maria Debora Zucca nasce nel 1969 a Cagliari. Studia presso l’Istituto femminile Professionale di Cagliari poi sceglie di seguire le proprie inclinazioni conseguendo il Diploma magistrale e Diploma di tecnico delle Attività sociali. Laureata all’Università di Sassari in Scienze delle Professioni Educative di Base diventa educatrice e animatrice. Ma non si accontenta. Per Maria Debora Zucca lo studio è una parte fondamentale della crescita personale di un individuo ed è per questo che lei, in realtà, non ha mai smesso. Non solo perché di fatto prosegue negli studi con un corso magistrale in Scienze dell’Educazione, ma perché è effettivamente una persona sinceramente curiosa. Proprio la scuola è in realtà uno dei punti cruciali della sua vita. La ama, ne comprende pienamente l’importanza, insegna, sin da giovanissima età, nella scuola. Ad un’attività precaria di insegnante alterna la professione di educatrice di asilo nido per alcune strutture private. Maria Debora Zucca ha tanti hobby oltre la scrittura. Ama la fotografia, il teatro, tutte quelle attività manuali come la maglia, il cucito, dandoci la netta impressione che quella per la curiosità è una vera e propria vocazione.
L’autrice si definisce “Scrittrice per caso”. Proprio per caso ha iniziato a scrivere, grazie alla “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari. Rodari è il suo primo passo verso il fantastico, è un’isola felice in cui ritornare quando si hanno dei dubbi, quando l’ispirazione viene meno, quando si ha semplicemente voglia di leggere. “Altre… storie”, sono semplicemente altre storie. Non assomigliano a molte altre favole, sono belle come poche altre. Allora non ci resta che leggere della gassosa innamorata, della lavatrice in fuga, delle scarpe vanitose, sorridendo, per quanto questi oggetti inanimati assomiglino, in fondo in fondo, a noi.