«All’inizio ero molto dubbiosa, infatti l’ho anche cambiato più volte. Poi ho deciso di chiudere gli occhi, pensare a quello che avrei voluto vedere sulla copertina, e ho trovato il mio titolo».
Nei suoi racconti, qual è la misura della realtà , dove finisce la realtà e comincia la fantasia?
«Per me la realtà è mescolata alla fantasia. Nella mia vita sono più fantasiosa possibile, e così anche in questo libro. Il confine lo lascio tracciare ai miei lettori».
Come arriva a scrivere un racconto? Come nasce e in quanto tempo lo sviluppa?
«Mi basta pochissimo tempo. In un giorno riesco a chiuderlo. Ma mi serve un certo tempo per trovare quel qualcosa che inneschi la scintilla».
La raccolta si compone di tre racconti. Il primo s’intitola Veloce come un battito d’ali.
«Mi è venuto in mente leggendo un libro di Oriana Fallaci sulla guerra. Ho cercato di individuare un bambino nel conflitto, di trovarlo, di liberarlo dall’orrore.
Iapen Island, invece, ha una morale. C’è un bambino che dimentica sempre di accudire il proprio coniglio, facendogli patire la fame e la sete. In una fantasia, il coniglio diventa a sua volta il padrone di un essere umano. C’è un rovesciamento della realtà , per far capire come vengono trattati gli animali domestici, cioè esseri senz’anima. Iapen Islan significa proprio l’isola dei conigli.
L’ultimo racconto, Percorso inverso, analizza la capacità dei pensieri di aggirare la realtà , per realizzare ciò che si vuole in un mondo parallelo, per nascondere una paura, un’incertezza. La protagonista inventa una doppia personalità , e non scinde più i pensieri dalla realtà ».
Torniamo indietro di qualche anno. Ripensi alla sua stanza di bambina, alla sua libreria. A quale libro vorrebbe dire grazie?
«Mi piacevano i racconti di Stephen King. Soprattutto un libro in particolare, Mucchio d’ossa. Mi ha molto colpito. Era horror ma c’era la tristezza della morte. Penso che quel racconto mi abbia dato tanto».
L’esperienza della scrittura e della pubblicazione ti hanno cambiata? C’è stata una trasformazione, in te?
«Sì, certo. Era lo slancio di cui avevo bisogno. Io lavoro, sto studiando, e mi serviva uno slancio. Questo libro è destinato a un pubblico di adolescenti, e spero che leggendolo possano trovare una morale».