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BookSprint Edizioni Blog

09 Nov
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La poesia del grillo parlante

Non è difficile perdersi fra le pagine di “Dove l’alba non s’avventura” (80 pagine, BookSprint Edizioni, versione ebook disponibile) e comprendere di trovarsi di fronte ad un’opera eccezionale. Le liriche di Cristina Ferrazza sono appassionate, icastiche, mai banali, dense e leggere contemporaneamente, stupendamente rivelatrici.  L’autrice riesce a mescolare la propria indubbia e profonda cultura alla purezza delle emozioni che rivela possedere in questa summa di pensieri sparsi. Sparsi ma neanche troppo.

Infatti l’opera si compone di quattro “Laus” (lodi), quattro sezioni che richiamano l’assoluto; alla vita, all’anima, al tempo, all’amore. In queste si dividono tematicamente i singoli componimenti poetici, dando vita alla struttura perfetta per organizzare e classificare in maniera funzionale il corpus dell’opera.

Nell’introduzione all’opera leggiamo: “O lettore, vorrei farti scoprire un mondo nuovo, nascosto dentro il tuo mondo conosciuto”. La percezione che l’autrice ha del discorso poetico è quindi di qualcosa visibile/invisibile, conoscibile/inconoscibile, dentro e fuori, ma che si vuole fortemente condividere. Per Cristina Ferrazza la poesia è emozione perché è ciò per cui si vive, è eterno perché punta al superamento del tempo e dello status di umano, è divino perché comprende e supera il possibile, ma è anche atto sociale, morale, è anche critica del male, quale sia la forma in cui si presenta.

Se è possibile per un libro del genere avere uno scopo, fra i tanti possibile l’autrice sceglie quello di grillo parlante: “Questo libro di poesie vuole risvegliare voci di coscienze assopite, che nel tempo hanno ceduto, si sono arrese o nascoste per non vedere e poter così dire non sono responsabile”. “Dove l’alba non s’avventura” non solo comprende il mondo e lo rivela agli occhi del lettore, ma diviene potenzialmente arma purificatrice, adunata alla coscienza, salvifica via di (ri)soluzione e in tempi bui, come quelli che probabilmente viviamo e dove la coscienza sembra essere un fastidioso optional, forse è più saggio che folle pensare questo libro in questa maniera.

 

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Sabato, 09 Novembre 2013 | di @

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