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BookSprint Edizioni Blog

08 Nov
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L’inquilino

Svolgere un ruolo dirigenziale all'interno di grandi aziende e occuparsi per lungo tempo della gestione delle risorse umane ha reso Giuseppe Petroni un profondo conoscitore delle dinamiche sociali. Le azioni e le reazioni umane sono le vere protagoniste del suo primo romanzo, pubblicato da BookSprint Edizioni (318 pagine, anche in versione ebook), dal titolo “L'inquilinoâ€.

Il libro avvince già dalle prime righe per il ritmo agile e scorrevole. Personaggio principale del romanzo è Marco, quarantenne in crisi. Insoddisfatto professionalmente, reduce da una separazione e – suo malgrado –  padre poco solerte nei rapporti con la sua unica figlia,  Marco si racconta al lettore con schietta intimità. «Seduto su quella panchina mi sentivo come se stessi galleggiando nel buio, o nel nulla, trascinato da chissà quale corrente verso un punto che non mi piaceva. Era angosciosa la sensazione di non sapere a cosa aggrapparsi per fermare la corsa. Per fermare il mondo.»

Il senso di impotenza cui Marco fa riferimento già nelle prime pagine del romanzo è legato alla scoperta del cancro al cervello; è davanti all'imprevedibilità della vita  che è portato ad una decisione tanto bizzarra quanto risolutiva: la partenza per Amsterdam. È nella città dei tanti canali che Marco ritrova un suo antico amore, Hellen. Anche lei vive un dramma che sembra non conoscere via d'uscita: l'allontanamento, per mano del nonno paterno, di suo figlio Peter. Marco, in un moto di altruismo, decide di sostenere Hellen nella ricerca del figlio sottratto e decide di compiere un nuovo viaggio. Stavolta la meta è Norimberga e non è solo, a tenergli compagnia in quest'avventura c'è Christine, amica di Hellen.  Gli ulteriori sviluppi della storia arricchiscono la trama del romanzo. Coinvolto in un intrigo internazionale dove nessuno è ciò che afferma di essere, Marco ne diventa un'inconsapevole pedina. 

Giuseppe Petroni riesce a mantenere il ritmo costante per tutta la durata del romanzo e ci accompagna all'epilogo della narrazione. La conclusione è inaspettata e palesa il messaggio dell'autore: Marco che regola i conti con sé stesso e col suo dramma è simbolo della fiducia quale luce per affrontare il buio dell'imprevedibilità. Il peregrinare, non solo fisico, del protagonista è la scoperta dell'esistenza di un ulteriore angolo visuale da cui osservare la realtà,  è un predisporsi ad accogliere l'imprevedibile, senza farsi vincere dal sentimento dall'inquietudine.

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