Così nasce la sua critica all’arte contemporanea che non è rivolta né alla capacità di sperimentazione che quest’ultima possiede, né ai mezzi tecnici e tecnologici che può utilizzare, ma al nichilismo, alla spersonalizzazione che quest’arte rivela intrinsecamente, in quanto riflesso dell’uomo e dell’epoca contemporanea. La reazione è quanto mai potente e consta di scritti, lettere, pensieri, annotazioni personali e mostre d’arte; esperienze maturate tra il 2000 e il 2012 “sull’arte figurativa e sulla relazione che essa ha con la vita di ognuno”.
In realtà però questa rilevazione sullo stato dell’arte contemporanea non è lo scopo primario del libro. La priorità resta comunque incoraggiare la ricerca della Bellezza, dare a chi vorrà leggere e guardare (molteplici sono infatti le foto e le immagini del volume) gli strumenti per iniziare o continuare tale impervio cammino. L’importante per Boccardi è vedere, atto che il maestro divide in tre livelli percettivi: un primo livello mentale che implica osservazione e la copia, un secondo livello psichico che comprende la non accettazione della realtà e la sua conseguente elaborazione, ed un terzo livello spirituale nel quale si trascendono le forme e l’osservazione si tramuta in creazione.
Luigi Boccardi è sicuramente un maestro, sia perché eccellente artista, ma anche nell’accezione d’insegnante. La sua materia è l’arte figurativa, la quale, scommette, può essere componente principale per la formazione dell’individuo. Così l’arte, da oggetto plasmato ed osservato, diviene agente formante. Secondo Boccardi un contributo sostanziale a questo tipo di formazione si può ricevere anche dall’osservazione della natura e delle sue manifestazioni. Ma soprattutto ci dice qualcosa di prezioso e che virtualmente conclude il discorso della formazione, avendo anche il sapore di un prezioso consiglio: “Siate maestri di voi stessi”.