Secondo Paolo Montefusco, le due statue, ritrovate a Riace (Rc) a 300 metri dalla costa, sono “le due emergenti” di un “gruppo di statue” (parole tratte dalla denuncia ufficiale, del 1972, di Stefano Mariottini, il sub dilettante che per primo ha avvistato i bronzi). Le sculture erano in totale sette, e raffiguravano i guerrieri di Polinice che nella tragedia Eschilea, “I sette contro Tebe”, che si scontrarono contro i guerrieri del fratello Eteocle presso le sette porte di Tebe. Le due ritrovate sono probabilmente il Tideo (bronzo A, il giovane) e l’Afianaro (bronzo B, il vecchio). I cinque bronzi mancanti sarebbero così stati trafugati dopo l’avvistamento subacqueo di Mariottini.
Le statue erano dirette a Locri Epizefhiri, la «città delle donne». «È plausibile che i coloni volessero dedicare un tempio allo Zeus Olimpio, ma, com’è noto, nella Grecia d’occidente, vigeva il culto di Demetra, Persefone, Hera, ormai da tempo perso in madre patria». Proprio per salvaguardare il culto femminile, i trasportatori decisero di abbandonare i bronzi alle acque del mare. «Aver trovato i bronzi su quei lidi, adagiati su di un basso fondale, a ridosso di una scogliera sottomarina, a soli trecento metri dalla riva, sotto il faro di Kaulon, lascia pensare, che gli uomini addetti al trasporto, conoscessero bene la zona. Perché non li hanno recuperati? Sono tutti morti?»
Le morali del romanzo sono due, importantissime. «Una è l’equilibrio del maschile e del femminile. Se la nostra cultura è arrivata a oggi e quella della Grecia si è fermata a duemila anni fa, è perché lì si è fermato l’equilibro tra il maschile e il femminile». Questo può comportare «la perdita di qualcosa di personale, la rinuncia, con dolore, a qualcosa di immenso, di più grande, la cosa più importante che abbiamo, per un bene più grande». La seconda è il rispetto del femminile, «rispetto che le popolazioni antiche avevano del femminile, del culto femminile, la Dea Madre, Demetra, Persefone dea della fecondità, Hera dea della luce. Per loro era molto più importante del monoteismo che poi è diventato Zeus, ovvero padre padrone, quando il patriarcato ha preso il sopravvento sul matriarcato».