Ai giorni nostri viene ritrovato un manoscritto in una biblioteca privata dell’est europeo. Risale a quel periodo e viene venduto all’asta dalla Christie’s. Questo manoscritto contiene una relazione, firmata da Goffredo Magra di Malacosta, un fiorentino imbarcatosi nella spedizione di Magellano, e una mappa abbastanza sommaria dello stesso autore che rappresenta la terra di Patagonia.
Dopo circa 500 anni vengono finalmente svelati i misteri di quella spedizione, grazie a questo documento originale che viene curato e pubblicato da Ariel Victor Spadoni e dalla BookSprint Edizioni, in un testo di 148 pagine (disponibile anche in formato ebook) che farà luce sugli “ignoti e terribili fatti accaduti nella Terra di Patagonia”. Spadoni è un italo-argentino nato a Buenos Aires ma che, dal 1991, vive a Roma ed è da sempre appassionato della sua terra e dei nativi tehuelches della Patagonia, nonché studioso delle civiltà pre e postcolombiane, affascinato dallo loro straordinaria cultura.
“Terra di Patagonia” rappresenta il suo esordio narrativo ed è un viaggio dall’altra parte del mondo e indietro nel tempo, alla scoperta di una civiltà bizzarra ma capace di sopravvivere in una terra che di certo non offre grandi cose. Un popolo che prova comunque a comprendere gli stranieri venuti dal mare. Mentre lo scopo di questi ultimi è solo quello di assoggettarli per sfruttarne ricchezze e splendori, nel nome di Dio e della superiorità dell’uomo occidentale. Un libro che ritrae così, perfettamente, i primi anni della colonizzazione spagnola nell’America Latina, con una precisione di dettagli tale da sembrare di tornare in quegli anni e perdersi in una terra fredda e ostile, ma piena di misteri.