Solo quando ci addentriamo fino a non udire più il lamento incessante della strada, le acque paiono calmarsi. Il panorama muta, i cambiamenti sono più dolci, naturali, quasi necessari. E alcuni punti fermi non mancano mai. Dopotutto, un classico è sempre un classico, e non può mancare in nessuna libreria che si rispetti.
Ma le tonnellate di opere scritte da autori ormai defunti si vendono davvero? Il fatto che una casa editrice continui con la stampa di libri di scrittori trapassati da secoli è una risposta a un bisogno reale del pubblico o c’è qualcos’altro?
In realtà, qualcos’altro c’è davvero. Se una casa editrice ha esaurito le novità, non può certo lasciare le proprie maestranze con le mani in mano. Sarebbe un peccato. Cosa fare, quindi?
Nessuno fermi le macchine. Quando “il miglior libro del secolo” è già in cerca di gloria e l’ultimo talento da scoprire non è ancora pronto ad inviare il suo manoscritto, non resta che ripescare tra i classici. Ritornano autori di altre epoche, per i quali, secondo legge, non si può pretendere alcun diritto d’autore. Resta il costo dei materiali – che si può ammortizzare elevando il numero di copie.
E se il lettore non apprezza, si può sempre ricopertinare o rivendere lo stesso testo come edizione economica, in un moto perpetuo di carta e inchiostro.