1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nato in Italia, ma a pochi mesi di vita la mia famiglia si è trasferita in Venezuela, dove mio padre, medico, ha fatto il malariologo e l'epidemiologo. Per questo motivo sono diventato venezuelano a tutti gli effetti, non come un abitante delle città, ma vivendo sempre in ambienti rurali, tra le Ande, il "llano". In questi luogo, mio padre è stato trasferito per combattere una epidemia di febbre gialla, un focolaio di malaria, di malnutrizione infantile e altre pesti tropicali. Solo a venti anni sono tornato a vivere in Italia, a Roma, dove ho studiato e mi sono laureato in medicina. Ho poi lavorato come medico ospedaliero, sempre a Roma, per trentacinque anni. Ma non ho mai interrotto i miei rapporti con l'America Latina, tanto che la mia prima moglie è stata una brasiliana. Per lavoro e per tradizione di famiglia, sono stato consulente di un ordine religioso ospedaliero con ospedali in terre di missione nel terzo mondo, e ho avuto occasione di fare frequenti viaggi in Sud America, Africa e Medio Oriente. Ora, da pensionato, scrivo delle cose che mi sono successe o che ho visto durante questi miei trasferimenti. Solo da qualche anno vivo in provincia e passo il mio tempo a raccontare di queste cose.