1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Per me, scrivere è poter dar voce ad ogni singolo frammento della mia anima, anche il più nascosto o soffocato. Siamo tutti fatti di luci e ombre. Benché nella vita vera, rimandiamo agli altri un'immagine precisa di noi stessi, nel profondo celiamo ben altro. Sulle pagine io posso dar vita a questo universo variopinto, creando personaggi che incarnino ogni singola identità, il bene, il male, la passione, il desiderio di rivalsa, il coraggio del perdono. Adoro caratterizzare questa umanità ed inventare poi intrecci avvincenti, che avvolgono i miei protagonisti, costringendoli a fare i conti con le emozioni e le pulsioni più disparate. 2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro? Ho sempre creduto di essere fatta in un certo modo, di seguire una strada tracciata, senza deviazioni, fino a quando non è stato più così. Ho scoperto lati di me che ignoravo completamente e ho capito che, nella vita, tutto può succedere. Davvero! Questo ho riprodotto tra le righe del mio romanzo. L'imprevedibilità della vita. L'universo di emozioni contrastanti, che cerchiamo di reprimere e che invece, prima o poi, esplodono incontrollate, portandoci esattamente, però, dove dobbiamo andare! 3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera. Innanzitutto, scrivere questo romanzo per me ha significato evadere, allontanarmi completamente dalla realtà di tutti i giorni, per plasmarne un'altra; e, all'interno di essa, la possibilità di dar vita a dei Personaggi "veri". Questa è la cosa che più adoro dello scrivere: poter plasmare, su carta, "persone" nuove, un'umanità fatta di menti e cuori diversi gli uni dagli altri; poter entrare e far entrare il lettore in ogni singola anima, sondarne gli abissi più celati, sviscerare le passioni più nascoste. Dar corpo agli aspetti più diversi della nostra stessa umanità, della mia anima, di quella di noi tutti in fondo.