1. Ci parli un po’ di Lei, della sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Le mie origini sono radicate nel territorio salentino, precisamente tra la terra d’Otranto e il capo di S. Maria di Leuca. Sono cresciuto portandomi dentro i valori che mi hanno trasmesso i miei genitori e i miei nonni: onestà, rispetto, altruismo, che hanno rappresentato la base interiore della mia vita. Sin da giovinetto spiccavano il mio istinto di protezione verso i più deboli e la rabbia verso qualunque tipo di ingiustizia, che mi hanno spinto a dedicare gran parte della mia vita alle Forze dell’Ordine, maturando esperienze in diversi compartimenti e vivendo l’Italia da nord a sud.
Durante il periodo militare scrivevo lettere d’amore alle fidanzate dei miei compagni di camerata, che mi riconoscevano una buona dialettica e loquacità… ma no, non è questo che mi ha spinto a scrivere libri… I vissuti a lieto fine e non, la mia passione per la cultura antica e moderna, la storia, le tradizioni e il mio costante desiderio di conoscere per crescere mi hanno portato nel tempo a voler condividere con amici nuovi e di vecchia data il mio sguardo sul mondo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c’è un momento ben definito… mi lascio guidare dai ricordi che affiorano, dalle esperienze vissute nel quotidiano, dalla mia sensibilità… sicuramente durante i risvegli notturni e le prime ore del mattino, quando sono libero da distrazioni, sono più concentrato…
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Andrea Camilleri.
4. Perché è nata la sua opera?
Questo è il mio terzo libro, dopo “Destini intrecciati nel vento” e “Poliziotti speciali”… mia madre, Lory e gli amici più cari, con cui condividevo alcune parti dei miei manoscritti, mi hanno sempre spinto e dato la carica per continuare a scrivere.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
È stato fondamentale, unitamente ad altri fattori determinanti (luoghi, persone, fatti di vita vissuta).
6. Scrivere è un’evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per quanto mi riguarda è un modo per raccontare la realtà, i sentimenti profondi e le emozioni vissute in prima persona o da persone che hanno incrociato il mio cammino di vita lasciandone una traccia indelebile… e quel qualcosa di immaginato che si affianca vuole essere una rappresentazione diversa di sensazioni a volte difficili da descrivere.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Praticamente tutto…
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la sua opera?
Come ho scritto nei ringraziamenti, è stata fondamentale la costante presenza di Lory che, con la sua dolcezza, pazienza, determinazione ed i suoi preziosi contributi ha permesso a questo romanzo di prendere vita. Amici nuovi e di vecchia data, Piera, Antonio e Giorgio, hanno contribuito ad arricchire il testo grazie alle loro conoscenze ed esperienze.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Lory… che ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione del libro e occupa un posto importante nella mia vita.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente l’ebook sarà il libro del futuro, la tecnologia ha praticamente investito anche il mondo della scrittura e della lettura e soprattutto tra i giovani trova un largo consenso… non nego, però, che sfogliare e leggere un libro tenendolo tra le mani lo trovo, per quanto mi riguarda, più appagante… qualcuno, sicuramente, potrà considerarmi un po’ “antico”, in primis i miei figli!!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una grande innovazione e non solo per chi non può leggere. Credo che possa arricchire moltissimo la qualità della lettura, diversificandone toni, ritmi, pause… che nella lettura mentale viene meno. E poi c’è il vantaggio di poter “ascoltare “ un buon libro anche in momenti di relax ad occhi chiusi…