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BookSprint Edizioni Blog

Mercoledì, 23 Agosto 2017 10:53

Intervista all'autore - Lucia D'Addato

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Per me scrivere significa incollare la propria anima su carta. Significa voler dire un qualcosa che si spera venga compresa o, andando più nel dettaglio personale, significa strappare un sorriso. Sono sempre stata una persona auto-ironica, nel senso che ho sempre riso di me stessa per elogiarne pregi e difetti. Non che me l'abbia insegnato qualcuno, è sempre stata una mia caratteristica e sinceramente questa cosa mi rende molto fiera di me stessa. Scrivere per me è l'equivalente di dare gli occhiali ad un'altra persona, nel senso che lo invito a vedere le cose come le vedo io. Provo la stessa emozione di quando disegno e onestamente mi rende più che felice. Infine paragono il mio scrivere ad una trasfusione. Sì, so che a prima vista sembra un paragone strano, ma vi assicuro che è la stessa cosa. Voglio che ciò che scrivo entri nell'altro, si propaghi in tutto il suo essere fino a diventare parte del tutto. A mio avviso è un concetto che sfiora anche il romanticismo.
Martedì, 22 Agosto 2017 16:45

Intervista all'autore - Enerina Iacopini

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nata e vissuta a Fermo, una cittadina delle Marche. Non ho deciso io di diventare scrittore, lo sono sempre stata, fin dai tempi della scuola quando i miei temi erano presi ad esempio per l'originalità oltre che per correttezza. Scrivere è una necessità, come mangiare o dormire. Essere letti invece non lo è, anzi, provo una certa vergogna nel mostrarmi, come se essere letti fosse come mostrarsi senza vestiti: non lo si fa certo con chiunque. 2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura? Quando ero giovane studente scrivevo di notte, spesso con una pila accesa sotto le lenzuola per non essere vista dai miei, poi sempre di notte, dopo aver sistemato lavoro e famiglia; ora che ho la mia bella età, scrivo di giorno, quando posso, e comunque molto meno spesso di quanto vorrei, vuoi per stanchezza, vuoi per impegni familiari.
Martedì, 22 Agosto 2017 16:07

Intervista all'autore - Beatrice Puddu

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Mi chiamo Beatrice e vengo da Nuoro e la mia vita è sempre stata particolarmente altalenante piena di tanti avvenimenti brutti e belli, ho dovuto affrontare tanti ostacoli nel mio percorso e penso che la poesia mi abbia aiutato moltissimo ad avere una rivincita importante per me, mostrando chi sono per davvero senza maschere che di solito la società impone. Grazie alla poesia mi sono riuscita a far valere e stato tutto un colpo di fulmine a ciel sereno essa mi aiuta a sfogarmi e a sentirmi libera, diventare scrittrice è stato uno dei miei sogni nel cassetto e secondo me o lo siamo o non lo siamo, non si decide di diventare scrittore è tutta una questione di destino. 2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura? La notte la notte è il momento in cui la mente libera le verità più nascoste del nostro animo e del nostro cuore diventando così devi versi meravigliosi che poi scriviamo per non dimenticarceli penso che la notte sia il momento migliore per scrivere soprattutto all’aria aperta davanti alla luna. 3. Il suo autore contemporaneo preferito? Alda Merini di sicuro, in quanto penso che mi rispecchia moltissimo. Abbiamo la stessa filosofia di vita, sento che io e lei abbiamo tanto in comune è come un esempio per me per ogni cosa che scrivo mi sento sempre più vicina a lei. 4. Perché è nata la sua opera? Per una rivalsa personale un riscatto e far conoscere a tutti il mio messaggio di vita che spero le persone possano apprezzare e accettare e comprendere nei migliore dei modi. 5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto? Tutto. Ha influito tantissimo il mio passato, ha influenzato la persona che sono adesso e con me, ovviamente, anche ciò che scrivo ma è grazie a ciò che vi posso parlare con anima e cuore. 6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà? Scrivere è sia un modo per evadere la realtà ma anche per raccontarla in quanto evadere per me significa far meravigliare e sorprendere il lettore mentre raccontare e far comprendere il messaggio nascosto dietro il verso. 7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto? Di tutto e di più ma questo è anche un lavoro che il lettore dovrà svolgere per capire il contenuto perché dovrà captare segnali in questo contenuto misterioso enigmatico per arrivare al cuore e anima di questo libro. 8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera? Sì di sicuro il mio fidanzato ha avuto un ruolo importante, senza di lui e i suoi incoraggiamenti la stesura dell’opera non sarebbe andata in porto poiché' lui ha creduto e tutt'ora crede nella mia opera e nel mio potenziale, aiutandomi e incoraggiandomi fino a arrivare a parlarvi come sto facendo ora. È stato molto bello per me avere questa opportunità e tutto l'incoraggiamento possibile, fino alla pubblicazione dell'opera. 9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo? Al mio fidanzato è stato il primo che ha letto l'opera e ha espresso un suo parere obiettivo facendomi notare che ho delle potenzialità a riguardo notevoli. 10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book? L' e-book secondo me è una forma veloce di lettura ma difficilmente potrà cancellare l'odore e la forma, il peso della carta stampata. 11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro? Che possa agevolare quei lettori che purtroppo per tempo lavoro o indisposizione non possono trovare il tempo per leggerlo.    
Martedì, 22 Agosto 2017 11:51

Intervista all'autore - Erika Merisio

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Scrivere per me è stata una vera e propria liberazione. Potrei definirla una cura. 2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro? Tanto, tutto. Spesso si dice "scrivi di quello che conosci". Senza volerlo ho parlato del mio mondo. Le favole sono uscite a getto una dietro l'altra, come un flusso continuo. Quando ho finito di scrivere, ho riletto le fiabe e mi sono resa conto che avevo messo me stessa e le persone che fanno parte della mia vita all'interno dei racconti. 3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera. Per me è stata una sfida con me stessa. Ho scritto la prima favola per un corso di scrittura creativa che frequentavo all'Università. Dopo aver concluso la prima storia ho iniziato a prenderci gusto e così sono nate anche le altre. 4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative? La scelta del titolo mi ha letteralmente paralizzata per diversi mesi; non trovavo mai un titolo che potesse rappresentare quello che significa per me questa raccolta. Poi un giorno ero con un mio amico a Zurigo e lui semplicemente mi ha detto "Sooner or Later". Ho avuto una illuminazione; "prima o poi" definisce in poche parole la storia che c'è dietro questa raccolta. Prima o poi se sei abbastanza coraggioso di rischiare e se sei abbastanza perseverante da lottare e lavorare sodo riuscirai a realizzare tutti i tuoi sogni. 5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché? Vorrei "La spiaggia del destino" di Anita Shreve. Questo è il libro che mi ha fatto innamorare della lettura. 6. E-book o cartaceo? Cartaceo sempre. E-book: solo quando sono in giro per il mondo e ho bisogno di una buona scorta di libri con me. 7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore? Non mi ritengo una scrittrice. Avevo qualcosa da dire e ho pensato di condividerla. 8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo? L'idea di pubblicare un libro non mi ha mai sfiorata. è semplicemente successo. 9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro? Paura che mi pietrifica. Quando rendi pubblica te stessa ti senti vulnerabile, hai paura dei giudizi e delle reazioni. Questa è una mia sfida personale: dare il giusto peso alle opinioni delle altre persone, senza lasciare che queste ci influenzino la vita. Con la pubblicazione di questo libro credo di aver fatto un primo piccolo passo. 10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro? Alessandro, una persona molto importante per me. Lui è stato il primo a leggerlo perché è sempre stato molto critico nei miei confronti e quindi sapevo che se a lui fosse piaciuto forse avevo qualche speranza. 11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro? Diciamo che di solito ascolto la musica… :)      
Martedì, 22 Agosto 2017 10:46

Intervista all'autore - Patrizia Palombi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto? Io sono nata e cresciuta a Roma ed ho trascorso la mia infanzia, durante le vacanze estive, in Toscana tra Pitigliano e Orbetello, in Maremma. Senza dubbio tutti questi luoghi sono fonte d'ispirazione per i miei scritti. 2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente? Sicuramente consiglierei ad un adolescente di leggere "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman, un libro breve ma intenso nel quale, attraverso un periodo storico tragico ed importante, l'autore magistralmente racconta con grazia ed estrema raffinatezza scenari e sentimenti che descrivono l'amicizia ed i luoghi dove i protagonisti, due ragazzi tedeschi di cui uno ebreo, esprimono giovani e beati la loro adolescenza. Questo alternarsi di emozioni, unitamente alla sciagura legata alla Seconda Guerra Mondiale, culmina nel momento in cui l'amico ebreo, dopo tanti anni, legge la lista dei caduti in guerra dove trova scritto il nome del suo amico ucciso per un attentato ad Hitler; quindi aveva ritrovato il suo amico che non si era dimenticato di lui e degli ebrei. Semplicemente meraviglioso.
Lunedì, 21 Agosto 2017 16:29

Intervista all'autore - Nicola Adiletta

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Mi chiamo Nicola Adiletta, per gli amici Nico, sono nato a Nola, in provincia di Napoli e abito attualmente a Sarno, che si trova nella provincia di Salerno. Studio alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Salerno. Quella di diventare scrittore non è stata una scelta meccanica, ma un desiderio che divenne sempre più crescente spinto anche dalla mia grande passione per le storie fantastiche. 2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura? Quando ho scritto il mio libro ero talmente preso dalla storia di mia invenzione che col passare del tempo ogni occasione era buona per continuare a scrivere. Attualmente però mi sono fermato a causa di svariati impegni tra cui anche universitari, ma a breve ho intenzione di ritagliare del tempo da dedicare a quella che è diventata una passione di cui non posso più fare a meno.
Lunedì, 21 Agosto 2017 15:05

Intervista all'autore - Angelina Carfora

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Scrivere è arte, mi dà la possibilità di esprimere ciò che sono, tramite la scrittura riesco ad essere quello che a fatti non sono. Mi lascia vivere, proprio perché in quello che scrivo rivedo quello che vorrei essere. Penso che a parole non si possa descrivere quali emozioni si provino quando una penna scorra su un foglio bianco... 2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro? La maggior parte…infatti descrivo quello che ogni adolescente prova nei confronti dei propri genitori, avere conflittualità in famiglia e una cosa, quando invece ciò si mescola con la cattiveria e la brutalità della vita è tutt’altro. Non tutti sono in grado di fare i genitori, non che essere genitori sia facile, ma penso che nemmeno crescere e non crescere come si vorrebbe lo è. Come già detto qui parlo soprattutto del rapporto con i genitori che devono essere i nostri maestri, amici, anzi migliori amici e proprio nella mia vita questi maestri amici o migliori amici non sono stati quelli che io avrei voluto.
Lunedì, 21 Agosto 2017 14:54

Intervista all'autore - Mario Bonazzoli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nato a Cremona il 25/12/44, dove mi sono diplomato all'Istituto Tecnico Industriale nel 1965. Laureato in Scienze Politiche a Torino nel 1985, discutendo la tesi-inchiesta: "Pubblico e privato nella condizione lavorativa". Dal 01/01/66 dipendente Olivetti, prima ad Ivrea, poi a Crema, dove ho svolte diverse attività, le più significative nell'ambito della formazione e della qualità dei processi. Ho lasciato nel 1985 questa azienda per svolgere attività di consulenza in quest'ultimo settore ed in particolare nella Certificazione aziendale. Attualmente in pensione, abito vicino ad Ivrea, da solo. Il desiderio di scrivere mi è venuto in questi ultimi anni, inizialmente per raccontare la mia vita, le mie esperienze, poi per esprimere le mie idee, sperando di contribuire, nel mio piccolo, a modificare l'attuale società, nell'ottica di una visione utopica che da sempre mi accompagna.
Lunedì, 21 Agosto 2017 14:41

Intervista all'autore - Alice Mechelli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Mi chiamo Alice Mechelli, ho 17 anni ed abito a Nepi (provincia di Viterbo). Frequento il liceo linguistico. Amo la musica, i viaggi, gli animali, l'arte, la poesia, la danza ed ovviamente la lettura. Quando non sono impegnata con la scuola passo le mie giornate a leggere oppure nella mia scuola di ballo, dove frequento il corso di balli latinoamericani e caraibici. Ho deciso di diventare una scrittrice l'anno scorso. Ho un rapporto particolare con i libri e credevo che fare un lavoro in cui potevo starci costantemente a contatto sarebbe stato magnifico. La mia passione per la lettura è iniziata quando avevo un anno e mezzo: non sapevo ancora leggere, ma passavo le mie giornate sfogliando sul divano i libri di favole per bambini.
Sabato, 19 Agosto 2017 12:30

Intervista all'autore - Domenico Spizzico

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova? Per me scrivere è innanzitutto imbarcarsi su una navicella, prendere la via dell'anima, atterrare ed iniziare l'esplorazione... è fantastico, c'è sempre qualcosa da scoprire, è un'esplorazione che dura tutta la vita ed è sempre una sorpresa. 2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro? TUTTO, assolutamente TUTTO. Questo libro è nato, ha preso forma all'arrivo della navicella nella "base dell'anima", ed è l'esprimersi in parole di ciò che vivo nelle profondità del mio io. 3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera. È stata un’incredibile sorpresa, nulla presagiva niente, ma la navicella era riuscita ad atterrare nell'anima e allora ne sono rimasto molto sorpreso, al punto che ho iniziato a scrivere come se la penna fosse la mia anima, molto spontaneamente e molto in profondità.

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