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13 Ago
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Intervista all'autore - Gino Pacifico

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per scrivere è un po’ come andare dal medico: cura le malattie. Direi che è un po’ come una terapia. Lo scrivere fa star bene. Pare che faccia star bene fisicamente. Di sicuro è che comunicare le proprie impressioni al lettore fa stare bene a livello psichico.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In quest’ultima silloge il 50 per cento fa e faceva parte della mia vita reale.
Anche il contatto con i profughi in Germania mi ha spronato a parlare di loro.
Ne parlerò anche nel prossimo romanzo. Comunque, ogni poesia non è nata per caso.
Quando m’immedesimo in quelle amare realtà, mi fanno sentire uno di loro e soffro perché non riesco ad aiutarli come vorrei.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi premeva mettere in risalto il dramma dei migranti che noi europei cerchiamo di ignorare. E quando ci rendiamo conto che tanti vivono tra noi, vorremmo rispedirli a casa. Sarebbe meglio poterli integrare, non solo perché saremmo più umani verso di loro, ma per il nostro (di noi italiani) stesso interesse. Se pensiamo al grande calo demografico negli ultimi anni. Se pensiamo che molti lavori abbandonati da italiani vengono rimpiazzati dagli stranieri. Per fortuna ci sono loro! Bisogna restituire loro la dignità che qui hanno perso e eliminare lo sfruttamento a cui da noi vanno incontro.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, il titolo stavolta mi è stato facilissimo. Ho voluto questo titolo un po’ forte per richiamare all’attenzione il dramma di questa gente sfortunata.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Più che un libro, in un deserto vorrei un penna e un quaderno per scrivere nel silenzio tutto ciò che attraverso il pensiero vedo.
La migliore visione del mondo la trovi proprio in un deserto.
 
6. Ebook o cartaceo?
Prima di acquisire dimestichezza con EBook, lasciamo il cartaceo per mille ragioni. Una:dopo averlo letto e lo rivedi nello scaffale, godi nella reminiscenza di averlo letto.
Il libro è anche un oggetto molto caro.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai deciso di diventare scrittore.
Ho semplicemente iniziato a scrivere all’età di 15 anni con poesie d’amore.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce attraverso i contatti con le persone qui descritte.
Le poesie che parlano della natura nascono dalla paura di un mondo che va alla deriva.
Il pianeta è in pericolo per mano umana. Il Dio denaro e più importante del mondo che ci ospita.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una grande soddisfazione! Vedi che la tua creatura cresce.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia consorte.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Secondo me è una ottima cosa ! Porta a conoscere storie attraverso l’audio a quei lettori che non hanno voglia di leggere, ma di ascoltare: imparano storie senza sforzi. E l’ascolto diventa per loro quasi un relax.

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Lunedì, 13 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni

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